90 anni, e non sentirli. «Prevarrà sempre l'umanità»


Nel corso dei decenni l'Orchestra della Svizzera italiana ha aggiornato la sua identità e giovedì ha celebrato questo importante anniversario
Nel corso dei decenni l'Orchestra della Svizzera italiana ha aggiornato la sua identità e giovedì ha celebrato questo importante anniversario
LUGANO - I primi 90 anni dell'Orchestra della Svizzera italiana (OSI) sono stati festeggiati giovedì all'Auditorio Stelio Molo della Rsi a Lugano. Il momento clou è stato il concerto diretto dal Maestro Enrico Onofri, nel corso del quale sono stati eseguiti brani legati a doppio filo alla storia dell'OSI.
Da Beethoven a Galfetti - Su tutti la Quinta sinfonia di Ludwig van Beethoven, che fu eseguita per l'inaugurazione degli Studi radio alla Foce del Cassarate il 5 novembre 1938, sotto la direzione del Maestro Otmar Nussio. Ma anche l’ouverture Campo Marzio, commissionata al compositore Ernst Krenek per lo stesso evento, così come un Divertimento per orchestra da camera dello stesso Nussio. Ci sarà anche l'anteprima assoluta di un brano contemporaneo, Divertissement Mélancomique per orchestra, ispirato al neoclassicismo francese d’inizio ‘900 e composto dal violinista OSI Duilio Galfetti.
Prova aperta agli studenti - La mattina aveva avuto luogo la prova generale del concerto, aperta agli allievi delle scuole medie e superiori nell'ambito del progetto Back to School, che fa parte del formato be connected, volto ad abbattere le barriere che si crede (impropriamente) circondino la musica classica.
Un anno con l'Orchestra - Nel pomeriggio è stato inoltre presentato il volume “Il respiro dell'orchestra”, scritto da Lorenzo Sganzini e pubblicato da Edizioni Casagrande. Uno sguardo dietro le quinte dell'orchestra, «un po' inedito» e che guarda all'orchestra «come a un organismo vivo, un piccolo microcosmo che contiene tutte le sfaccettature dell'animo umano» ha sottolineato il moderatore dell'incontro, Christian Gilardi. Sganzini ha seguito per un intero anno l'Orchestra, ma anche i suoi ex componenti, lo staff e i vari collaboratori. Un racconto intimo, corale, che riserva qualche sorpresa al lettore meno avvezzo all'argomento. Con lo scopo di rispondere alle domande più spontanee: cos'è, quale identità ha?
Tra utopia e architettura - Sganzini ha definito l'orchestra «un'utopia sociale realizzata»: la considera una micro-società nella quale decine di persone vivono e lavorano insieme tutti i giorni. Individui molto diversi ma che, giocoforza, «devono realizzare una sintesi: da tanti suoni, un solo suono». L'OSI è stata in anticipo di decenni rispetto ad altri ensemble musicali, essendosi aperta alle donne fin dal 1938.
L'autore ha fatto un'interessante considerazione tra musica e architettura, tracciando il parallelismo tra l'officina musicale dell'Auditorio e la Cattedrale delle Officine FFS, teatro di vari concerti targati OSI. Anche il luogo stesso, come l'Auditorio Stelio Molo, non sarebbe esistito senza l'orchestra ticinese, e in una certa misura ciò vale anche per il LAC.
L'identità dell'OSI - Nel corso dei decenni l'OSI ha cambiato identità. «Nell'ultimo decennio abbiamo ricevuto un particolare riconoscimento a livello di qualità artistica» ha spiegato Barbara Widmer, direttrice artistica dell'OSI. A plasmarla hanno contribuito fortemente i direttori principali, Alain Lombard prima e Markus Poschner poi. «Sapere, essere, creare insieme un colore, un suono, un approccio diverso rispetto ad altre orchestre»: questa, per Widmer, è l'identità dell'OSI. La sfida è mantenerla, «insieme al rituale del concerto, ma bisogna cercare di abbattere certi pregiudizi». Come si fa? «Avendo un approccio più umano».
Il futuro e la nuova timeline - Quale futuro, dopo aver superato la boa dei 90 anni? Pur facendo i conti con gli strumenti per avvicinare le persone al luogo in cui si fanno i concerti, «prevarrà sempre l'umanità di ciò che stiamo facendo», assicura Widmer. «Niente e nessuno potrà sostituire l'esperienza dal vivo». Ma il digitale è uno strumento fondamentale e giovedì è stata presentata una nuova timeline digitale, Storia.Osi.Swiss, che ripercorre le tappe che hanno segnato il cammino dell'Orchestra dal 1935 a oggi e mostra, con svariati documenti fotografici e filmati, personaggi ed eventi.