Svizzera a Parigi mangia il sushi e si ritrova con un verme raro nell'intestino

È stata operata, ha perso dieci centimetri di intestino e ha passato due giorni in terapia intensiva. «Ora non ho più voglia di sushi...»
GINEVRA - Ha mangiato sushi a Parigi e si è ritrovata con due buchi nell'intestino, causati da un verme raro. È la disavventura successa a maggio 2024 a una svizzera. Ora, per fortuna, sta bene.
Prima il pasto, poi i malori - Era un sabato e lei nella capitale francese ha diviso un piatto di sushi con il marito e il cognato. Loro non hanno avuto alcun problema, lei ha iniziato a stare male e ha capito subito che non era una gastroenterite. Si è recata in ospedale a Parigi ma un'ecografia non ha rivelato la causa del suo vomito. Dopo una settimana, però non stava meglio, anzi: dopo ulteriori episodi di vomito e crampi, su consiglio del suo medico, si è rivolta al pronto soccorso della Clinique des Grangettes a Ginevra.
Via dieci centimetri di intestino - E lì le hanno dovuto rimuovere ben dieci centimetri di intestino. I medici sono rimasti perplessi: non aveva febbre, non c'erano tumori visibili e non era stata in un paese tropicale. Inoltre, il marito non aveva avuto problemi. Ma dato che c'era un blocco intestinale completo, hanno optato per una laparoscopia d'urgenza.
Un buco causato da un verme - Qui è arrivata la sorpresa: l'intestino aveva un buco di due centimetri e si era ritirato per chiuderlo. Vicino c'era un nodulo infiammato. E a causare tutto ciò era stato un verme, evidentemente presente nel sushi, che aveva perforato l'intestino ed era poi stato distrutto dal sistema immunitario. Non era uno qualsiasi, bensì uno abbastanza raro.
Cosa è Anisakis - Per il suo caso è stata contattata la Divisione di Medicina Tropicale e Umanitaria dell’ospedale universitario di Ginevra, che ha pensato subito al parassita Anisakis. Ci sono voluti due mesi per averne la conferma. Si tratta di una larva che si trova spesso in alcuni pesci. Il 90% dei 20mila casi annuali avviene in Giappone, anche se, a causa dell'aumento della passione generale per il sushi e del maggior numero di parassiti nei pesci (forse per il riscaldamento dei mari), si sta diffondendo anche in Occidente. A Ginevra si contano un paio di casi all'anno.
Ora sta bene - La donna ha passato una settimana in ospedale, di cui due giorni in terapia intensiva. Non ha potuto mangiare per due settimane. Poteva andarle peggio: se avesse aspettato, avrebbe potuto rischiare una peritonite o una sepsi. Le resta una cicatrice e le è passata la voglia di mangiare sushi.