«Sto vivendo una seconda vita»


Paolo Righetti, oggi presidente onorario del Bellinzona, si racconta a quattro anni di distanza dal coma causato da una Malformazione Artero-Venosa: «Vivevo una vita piena di stress, non stavo più bene. Ero nervoso. Non riuscivo a uscire da questo circolo vizioso».
«Ho fiducia nel nuovo Bellinzona».
Paolo Righetti, oggi presidente onorario del Bellinzona, si racconta a quattro anni di distanza dal coma causato da una Malformazione Artero-Venosa: «Vivevo una vita piena di stress, non stavo più bene. Ero nervoso. Non riuscivo a uscire da questo circolo vizioso».
«Ho fiducia nel nuovo Bellinzona».
BELLINZONA - Paolo Righetti è l’esempio lampante di una persona che sa cosa significa non mollare mai. Era una calda giornata d’estate del 2021 quando, l’attuale presidente onorario del Bellinzona, si era sentito male poco qualche ora dopo essere rientrato dalle vacanze a Milano Marittima. Quindi il coma, durante il quale l’uomo ha lottato per diversi giorni fra la vita e la morte.
Malformazione Artero-Venosa (MAV): questa è stata la diagnosi medica dopo i vari accertamenti, una patologia che colpisce una persona su 100'000. Da lì sono seguiti anni di terapie, circa 200 TAC e ben sei interventi chirurgici, l’ultimo dei quali risale a circa sei mesi fa.
Una seconda vita - «Fermatevi. Lo dico a tutte le persone che vivono una vita frenetica e piena di stress. Io sono uno di quelli fortunati, perché mi è stata data una seconda possibilità. Sto vivendo una seconda vita… E adesso me la sto godendo molto più di prima. Sono più sensibile, mi godo maggiormente le cose e sono più profondo... Non da ultimo, sono diventato ancora più diretto con le persone rispetto al passato: quando devo dire le cose in faccia, le dico».
I sei mesi prima del dramma - «Vivevo una vita piena di stress, non stavo più bene. Ero nervoso. Non riuscivo a uscire da questo circolo vizioso. La mia famiglia se n’era accorta e mi incentivava a tirare il freno. Vedevano che non stavo più bene… Lavoravo per l’ACB, ero in consiglio comunale a Bellinzona e lavoravo per la Segreteria del Gran Consiglio, avevo un bar e avevo una famiglia. Era troppo… La patologia è già presente dalla nascita, ma chi ne è affetto non lo sa. Servono degli esami specifici per scoprirla, ma in assenza di problemi sono analisi a cui una persona non si sottopone. Lo stress non è la causa, ma certamente può aver influito nel mio caso… Questa malformazione, infatti, in tutta una vita intera, può anche non portare a ciò che è successo a me».
Il matrimonio - «Il giorno prima dell'accaduto avevo scritto sull'agenda del mio telefonino che era giunto il momento di sposarsi. La mia idea era quello di mostrare questo messaggio - che esce in automatico a una certa ora della giornata - alla mia compagna, ma lei purtroppo l'ha visto quando era entrata in possesso del mio smartphone mentre io ero già sotto ai ferri al Civico... Sembra un incubo se ci penso... Alla fine, il destino ha voluto che io e mia moglie ci sposassimo un anno fa, dopo dieci anni insieme. Quando raccontiamo questa storia, le persone restano a bocca aperta».
Gli strascichi - «Purtroppo sono afflitto dalla quadrantopsia, ovvero la perdita di una parte del campo visivo, che evidentemente fa sì che io attualmente non possa ancora guidare. Anche a livello di udito sulla destra ho perso il 20%. L’altra problematica è la fatica a leggere, data dalla diplopia… Ho trovato dei metodi alternativi per leggere, utilizzo molto i servizi elettronici che la tecnologia offre. Soffrivo e soffro ancora oggi a non poter leggere le storielle a mia figlia, alla quale, piano piano, stiamo cominciando a raccontare che cosa mi è successo. Ogni giorno mi impegno al massimo per tornare il più possibile quello di prima».
Presidente onorario - «Quando sto bene e quando sono in forma vado a vedere le partite. Faccio il tifoso e lascio lavorare gli altri tranquillamente, senza mettere il becco. Il mio problema - l’angolo nero di cui parlavo - mi porta a non vedere tutto il campo di calcio. Quando c’è un lancio lungo e veloce, capita che io mi perda l’azione… Questo è un po’ il limite, ma ho cominciato a prenderla sul ridere e a prendermi in giro da solo».
Il trapasso da Bentancur a Trujillo - «Capisco l’incertezza e la paura che regnano quando si instaura una nuova proprietà. Sono però dell’idea che la paura bisogna lasciarla da parte nella vita. Diamo loro il tempo di lavorare, sono convinto che a Natale i nuovi dirigenti porteranno dei giocatori importanti a Bellinzona. Sicuramente non vinceremo il campionato, ma penso che alla fine riusciremo a ottenere una salvezza tranquilla. Sono arrivati e hanno trovato delle macerie, ci sarà un motivo per cui nessuno veniva più allo stadio. Non esistevano più né il calcio né la passione: si parlava solo di avvocati, di licenze e di problemi… La gente a un certo punto è scappata».
ACB e settore giovanile - «Prossimamente bisognerà consolidare l'associazione dell'ACB, che per il settore giovanile è un aspetto importante. Da presidente onorario, è un passo vitale a cui tengo tanto. Oggi abbiamo Roberto Mercoli, vice-presidente, che deve sorbirsi tutto il lavoro e che sta cercando di tenere in piedi la baracca. Mi ha confermato di essere totalmente sotto pressione e lo posso capire... Facendo così, va a finire che si perda la qualità nel lavoro. Bisogna trovare delle persone che diano una mano».
C’è, infine, un sassolino che Paolo Righetti vuole togliersi… «Sì, perché è una cosa che non mi è andata giù. Un dirigente, in una conferenza stampa, si era permesso di dire indirettamente che io parlassi male del Bellinzona alle spalle, il tutto provocato da una domanda di un giornalista in cui si chiedeva a questa persona cosa ne pensasse delle idee e delle opinioni dei vecchi dirigenti. Trovo che sia deleteria una cosa del genere. Prima di parlare, credendo alle cose che si dicono nei bar della città, sarebbe stato opportuno telefonarmi e interpellarmi. L'ho trovata una totale caduta di stile, ha mancato di rispetto a me e alla mia famiglia, dopo un periodo già molto duro... Ho deciso di non parlarne prima perché nei mesi scorsi ero totalmente preso dai miei problemi di salute e da una nuova operazione alla quale ho dovuto sottopormi».