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«Non si vede perché avrebbero dovuto favorire Gobbi»: prosciolti i due agenti

Non ci fu favoreggiamento nel caso dell'incidente che ha visto coinvolto il consigliere di Stato il 14 novembre del 2023. Lo ha stabilito la Pretura penale di Bellinzona.
Tipress (archivio)
«Non si vede perché avrebbero dovuto favorire Gobbi»: prosciolti i due agenti
Non ci fu favoreggiamento nel caso dell'incidente che ha visto coinvolto il consigliere di Stato il 14 novembre del 2023. Lo ha stabilito la Pretura penale di Bellinzona.

BELLINZONA - Hanno sbagliato, ma non c'era l'intenzione di favorire Gobbi. È quanto ha detto oggi alla Pretura penale di Bellinzona la giudice Elettra Orsetta Bernasconi Matti annunciando il proscioglimento dei due agenti della Polizia cantonale accusati di favoreggiamento nel caso dell'incidente del consigliere di Stato Norman Gobbi.

Tanti errori - «La procedura da seguire, a livello legale, è chiara», ha premesso la giudice. «Nel caso concreto il primo controllo etilometrico è risultato leggermente positivo, pari a 0,28 mg/l. A ben vedere l'esame del sangue andava quindi ordinato già dopo il primo test, indipendentemente dal problema tecnico emerso dall'etilometro. E il procuratore pubblico di picchetto avrebbe già dovuto essere interpellato».

«Il sospetto doveva emergere» - Al momento del secondo test «erano inoltre state ampiamente superate le due ore da quando Gobbi si era messo al volante. Se già alla 1.24 del mattino il test era risultato positivo, il sospetto che il consigliere di Stato avesse guidato con un tasso alcolemico superiore al consentito doveva inoltre chiaramente emergere. I due agenti si sono invece accordati per non eseguire un esame del sangue. Perciò, dal profilo oggettivo, il favoreggiamento è dato».

«Tempistiche confuse, e manca un movente» - Ma il reato di favoreggiamento, per definizione legale, prevede un'intenzionalità. «Dal profilo soggettivo questa prassi del prescindere dall'esame del sangue se sono passati pochi minuti dalla soglia delle due ore dall'incidente effettivamente esisteva. Ed è un parere unanime che è emerso interpellando diversi agenti della cantonale».

Per la giudice «è inoltre difficile credere che i due imputati possano avere avuto la volontà di favorire Gobbi nei pochi minuti in cui si sono trovati a prendere la decisione di non eseguire quell'esame».

L'inchiesta «ha inoltre faticato a stabilire le tempistiche degli avvenimenti, il che rende plausibile che dalle due ore dall'incidente fossero effettivamente passati pochi minuti».

Infine, «manca un qualsivoglia movente che abbia potuto spingere i due agenti a favorire Gobbi. I due non avevano infatti nessun legame con il consigliere di Stato e non si vede perché avrebbero dovuto rischiare i loro posti di lavoro per favorirlo».

«Mancanza di prove sull'intenzionalità» - In definitiva, «in mancanza di prove sull'intenzionalità dell'agire degli agenti gli imputati vanno prosciolti», ha concluso Bernasconi Matti.

«Farò di sicuro l''annuncio di appello per avere una motivazione scritta», ha commentato dal canto suo il procuratore generale Andrea Pagani.

La pubblica accusa, lo ricordiamo, aveva chiesto la conferma dell'atto di accusa e la condanna dei due imputati alla pena pecuniaria di 50 aliquote giornaliere sospesa con la condizionale per un periodo di due anni. La difesa aveva invece spinto per il proscioglimento.

Gobbi «prende atto» - Poco dopo la sentenza è arrivata anche la presa di posizione di Norman Gobbi. Il consigliere di Stato «prende atto» del proscioglimento dei due agenti esprimendo nei loro confronti «la sua umana vicinanza».

Inoltre Gobbi precisa che «non intende fornire ulteriori commenti su una vicenda che ha fatto fin troppo discutere», limitandosi a ricordare che dal profilo civilistico «è stato pienamente indennizzato» e che nei suoi confronti «non è mai stata formulata alcuna ipotesi di reato né è mai stato aperto alcun procedimento penale, a conferma della correttezza del suo operato in relazione all’incidente».

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