Il Casinò di Campione chiede un risarcimento multimilionario agli ex amministratori

Avviata una procedura per rientrare di oltre 750 milioni. I diretti interessati si dichiarano «sbalorditi».
CAMPIONE - Il Casinò di Campione d’Italia ha avviato una procedura di arbitrato presso la Camera arbitrale di Milano chiedendo oltre 750 milioni di euro di risarcimento agli ex amministratori in carica fino al 2018, ritenuti corresponsabili del dissesto che portò al fallimento della casa da gioco.
Tra i destinatari della richiesta - riferisce la Provincia di Como - figurano nomi noti della politica lombarda, come il sottosegretario regionale Mauro Piazza (Lega), a cui vengono imputati 80 milioni, l’ex consigliera Laura Bordoli (Forza Italia), con una richiesta analoga, e altri amministratori e revisori tra cui Giorgio Berna, Giorgio Colato, Antonio Pasquini ed Eugenio Mascheroni, con somme variabili tra 27 e 80 milioni.
L’iniziativa non coinvolge gli ex sindaci di Campione già citati in altri procedimenti giudiziari, ma nasce dal concordato fallimentare elaborato dopo il crac del 2018, sulla base delle perizie tecniche che hanno individuato responsabilità gestionali anche negli anni precedenti al fallimento. Secondo la società del Casinò e il Comune, socio unico, l’azione legale rappresenta un atto dovuto per tentare di recuperare parte delle perdite subite.
Gli ex amministratori, però, si dichiarano «sbalorditi» dalla richiesta, che giudicano eccessiva e tardiva, sostenendo che i termini di responsabilità sarebbero ormai scaduti. Alcuni valutano a loro volta azioni di rivalsa contro Casinò e Comune, definendo l’iniziativa una «lite temeraria», ossia un contenzioso privo di reali fondamenti. La vicenda riapre così le tensioni su un fallimento che da anni segna profondamente la comunità di Campione d’Italia.