La chat WhatsApp prima della tragedia: «È entrato con una copia delle chiavi, ho paura»


La 29enne di Milano uccisa con 24 coltellate dal compagno violento 52enne (che resta in carcere) stava per lasciarlo e scappare oltrefrontiera. Il racconto dell'ex-compagno e amico.
La 29enne di Milano uccisa con 24 coltellate dal compagno violento 52enne (che resta in carcere) stava per lasciarlo e scappare oltrefrontiera. Il racconto dell'ex-compagno e amico.
MILANO - Uccisa con 24 coltellate dal fidanzato che aveva lasciato da poco, la 29enne milanese Pamela sperava di fuggire dall'incubo e studiare psicologia oltreconfine.
Paese, il nostro, che conosceva bene, essendosi recata in Ticino anche il giorno stesso della sua straziante uccisione, avvenuta in casa sua lo scorso martedì 14 ottobre.
A confermarlo al Corriere della Sera è l'ex compagno della giovane Francesco D.*, lo stesso che quella sera si era mobilitato - invano - per salvarla: «Voleva cambiare vita, studiare psicologia, aiutare gli altri».
La relazione con il 52enne non era iniziata come tossica ma la prima avvisaglia si era presentata già dopo poche settimane: «Era a un aperitivo con altre coppie amiche di lui, e una donna ha detto: questa è brava, mi raccomando non picchiarla (...) io le ho detto: scappa al volo», ha raccontato l'uomo, lei però non ha ascoltato il suggerimento e ha continuato a frequentarlo, ritrovandosi rinchiusa fisicamente e psicologicamente.
Niente più amiche, niente più viaggi, niente più social: «Le ripeteva sempre: sai cosa succede se mi lasci? Pamela respirava violenza».
Stando all'ex fidanzato i soprusi sono stati anche sessuali: «Dopo uno di questi, nel maggio dello scorso anno, era rimasta incinta e aveva deciso di abortire. Lei che aveva sempre voluto una famiglia e dei figli ha detto che non voleva un figlio da quell’uomo».
Una violenza cresciuta gradualmente, a dismisura: «La picchiava ogni giorno, per ogni scusa, ogni pretesto». Da cui la decisione di fuggire, in Svizzera, in Ticino e quindi a Lugano: «Le ho detto che aveva sbagliato, prima doveva partire e poi lasciarlo», ha chiosato D.
Infatti la reazione del 52enne, che nel frattempo aveva realizzato copia delle chiavi di casa della giovane, è arrivata istantaneamente. La telefonata all'ex: «Ripeteva: «Aiuto, la linea è caduta». Io la chiamavo, ma non rispondeva». Poi la partenza e l'arrivo a casa di lei, troppo tardi.
La chat WhatsApp
«Ho paura», «ha fatto», «doppione», «chiavi mie e entrato», «nn so», «che fare». Arrivano spezzettate le parole di Pamela all'ex sulla chat di WhatsApp con Francesco D. pubblicata dal Corriere, la frase «ho paura» ripetuta più volte. L'appello: «Chiama la polizia», «non devono suonare», «che entrano e basta», «nn posso», «rispondete». L'arrivo dei Carabinieri, che però suoneranno, e il tragico esito.
Non c'era mai stata una denuncia, anche se agli atti due episodi di violenza c'erano, per questo non è mai scattato il cosiddetto “codice rosso” a tutela della 29enne. A spiegarlo, è sempre il Corsersa che conferma come l'assassino resterà in carcere.
Il Giudice per le indagini preliminari (Gip) ha parlato di «spedizione» punitiva a casa di lei, pianificata da tempo. I colpi di coltello avrebbero invece causato «una sofferenza non trascurabile» alla donna, che avrebbe avuto «consapevolezza dell’imminente fine».