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«L’80% delle volte viaggiamo per terra. Siamo esauriti»

L'Odissea degli studenti universitari ticinesi durante i viaggi in treno. Niente di nuovo, ma la situazione sembra essere peggiorata negli anni. È davvero così?
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«L’80% delle volte viaggiamo per terra. Siamo esauriti»
L'Odissea degli studenti universitari ticinesi durante i viaggi in treno. Niente di nuovo, ma la situazione sembra essere peggiorata negli anni. È davvero così?

BELLINZONA - È una routine che si ripete ogni venerdì e domenica sera durante i semestri universitari. Tra valigie, zaini e persone sedute per terra, i treni FFS che portano gli studenti ticinesi d’oltralpe sono spesso un inferno.

Qualcuno ripassa gli appunti, altri guardano un film, mentre c’è chi prova a ingannare il tempo con una partita a briscola. Il problema, però, è sempre lo stesso, e la sensazione è che non si riesca a venirne a capo. Anzi, negli ultimi anni, secondo le testimonianze raccolte, la cosa sembra essere peggiorata.

«Siamo esauriti. Sono quattro anni che studio a Friborgo. Negli ultimi due anni la situazione è peggiorata», ci racconta Emma, studentessa 22enne del Sottoceneri. È lei che si è fatta portavoce del malessere di chi ogni settimana sa di dover affrontare un'Odissea.

Non solo studenti - «La folla sui treni è ormai insostenibile: non ci sono solo studenti, ma anche turisti e viaggiatori provenienti dalla Svizzera tedesca. Il treno in arrivo da Milano, ad esempio, è costantemente al completo».

Per agevolare il rientro degli studenti verso i propri atenei, era stato introdotto un treno supplementare la domenica sera alle 19.20, con collegamento diretto fino a Losanna. «Quel treno era stato pensato proprio per noi - spiega Emma -, ma dopo pochi mesi le FFS ne hanno spostato la partenza a Locarno. Così, quando arriva a Bellinzona, è già pieno di turisti».

Sempre (o quasi) per terra - «Sedersi per terra non è divertente. Ma quando non aprono la prima classe è ancora più frustrante. Ogni tanto permettono agli studenti di accedervi se il treno è completamente pieno, ma non sempre: succede molto raramente».

Per Emma è una questione anche di sicurezza. «In quattro anni che prendo il treno avrò passato per terra l'80% dei viaggi. Non invoglia certo a tornare a casa nel weekend».

La risposta delle FFS - Una punzecchiatura che le FFS rigettano: «La sicurezza (dei passeggeri e dei collaboratori) è prioritaria per le FFS e non è mai stata messa in discussione sui treni delle FFS a causa di estemporanee situazioni di grande afflusso», ci ha spiegato il responsabile della comunicazione della Regione Sud Patrick Walser.

Da regolamento infatti «se un treno che deve attraversare la galleria di base del San Gottardo è eccessivamente pieno, tanto da non permettere di raggiungere le uscite in caso di evento, il treno in questione non parte finché una parte dei passeggeri non è scesa di sua spontanea volontà, su richiesta del capotreno. Sono eventi eccezionali che però, a volte, si verificano. Come si evince dalla risposta seguente ogni 30 minuti parte un treno in direzione nord, rispettivamente in direzione sud; pertanto, l’attesa del treno seguente non risulta eccessivamente lunga».

Treni supplementari - La problematica del venerdì e domenica sera però perdura ormai da anni. «Da settembre 2024 offriamo una frequenza semioraria da/verso il Ticino in direzione nord. Durante il periodo delle vacanze (per esempio Pasqua, vacanze autunnali) aumentiamo la capacità dei singoli treni, per quanto possibile, a seconda della situazione».

Nonostante queste misure, «non possiamo escludere che in singoli casi o in caso di guasti si verifichino frequenze elevate su singoli treni, e di questo naturalmente ci scusiamo. La capacità dell'offerta viene monitorata costantemente. Se necessario e tenendo conto delle risorse disponibili, l'offerta viene potenziata e vengono utilizzati treni supplementari per soddisfare le esigenze dei clienti».

Il convoglio delle 19.20 da Bellinzona - E sul treno aggiunto recentemente alle 19.20 da Bellinzona la domenica sera Walser spiega che «è stato pensato per i viaggiatori che rientrano verso nord in direzione di Losanna. La decisione di farlo partire da Locarno anziché da Bellinzona nasce dalla necessità di favorire, con un collegamento diretto, anche coloro che vivono nel Locarnese, senza così dover cambiare treno a Bellinzona».

Detto questo, è previsto un piano di lungo termine per migliorare la capienza e la distribuzione dei passeggeri nei collegamenti nord–sud? «In linea di principio, a lungo termine sono disponibili le stesse misure previste a breve e medio termine. Si tratta principalmente dell'impiego di veicoli a due piani e/o di treni supplementari. Per quanto riguarda quest'ultima opzione, la disponibilità di tracce sulla rete del San Gottardo è limitata e deve essere ripartita tra il traffico merci e quello passeggeri».

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