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«Il periodo peggiore della mia vita»

Dopo gli attacchi di panico, il ricovero in clinica e la rottura del legamento crociato, Ramona Bachmann guarda avanti. Al suo fianco ci sono sua moglie Charlotte Baret e il figlio Luan.
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«Il periodo peggiore della mia vita»
Dopo gli attacchi di panico, il ricovero in clinica e la rottura del legamento crociato, Ramona Bachmann guarda avanti. Al suo fianco ci sono sua moglie Charlotte Baret e il figlio Luan.
«È difficile descrivere come mi sentivo in quel momento. Le giornate erano infinite, le notti ancora più lunghe, perché tutti dormivano, tranne io. Avevo innumerevoli pensieri di cui volevo liberarmi, ma questo peggiorava solo la situazione»
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LUCERNA - 20minuten ha incontrato una delle giocatrici chiave della nostra nazionale femminile di calcio, ovvero Ramona Bachmann, la quale aveva dovuto saltare gli ultimi Europei in casa per un grave infortunio a un ginocchio. Insieme alle lei, nell'intervista ha partecipato anche sua moglie Charlotte Baret.

Ramona Bachmann, Charlotte Baret, si vede quanto sia grande l'amore tra di voi. Credete nell'amore della vita?
Baret: A volte ci si incontra troppo presto, prima di essere abbastanza maturi per vivere davvero una relazione. Ci sono molti modi di amare, ma quando incontri la tua anima gemella, è la cosa più bella che ci sia. Non tutti hanno questa fortuna, è qualcosa di molto speciale.

Bachmann: Credo che si possa amare più volte, ma esiste un amore che è speciale, quello è l'amore della vita. Alcune persone però lo incontrano nel momento sbagliato. Il tempismo è decisivo. Spesso ci siamo dette: se ci fossimo incontrate qualche anno prima, probabilmente non avrebbe funzionato. Ora il momento era perfetto.

È bello vedervi felici. Un anno fa era diverso. Ramona, Lei ha dovuto convivere con problemi psicologici e attacchi di panico.

Bachmann: È stato il periodo peggiore della mia vita, davvero. Non lo auguro a nessuno. È difficile descrivere come mi sentivo in quel momento. Le giornate erano infinite, le notti ancora più lunghe, perché tutti dormivano, tranne io. Avevo innumerevoli pensieri di cui volevo liberarmi, ma questo peggiorava solo la situazione.

Che tipo di sostegno le ha dato sua moglie?

Bachmann: Sono felice che Charlotte sia sempre stata al mio fianco in quel periodo. Ha vissuto tutto con me, giorno e notte. Alla fine ho deciso di andare in una clinica. È stato un passo difficile, ma necessario. Oggi sono contenta di aver accettato l'aiuto.

Charlotte, com'è stato per lei?

Baret: Non è stato facile, perché ero incinta. Ma ci ha reso più forti come coppia. Sapevo che lei aveva bisogno di aiuto. Avevo già vissuto io stessa momenti di depressione e sapevo che in una situazione così non si è presenti emotivamente. All'inizio non era entusiasta perché c'era la gravidanza, ma andava bene, sapevo che era solo una fase. Sapevo anche che doveva farcela da sola. All'inizio non voleva stare da sola, ma per guarire doveva imparare a cavarsela con sé stessa.

A novembre dell'anno scorso è crollata in nazionale. Si ricorda quel momento?

Bachmann: Sì, purtroppo molto bene. Quando ci penso, sembra ieri. È stato traumatico. Mi sentivo malissimo, ero fisicamente e psicologicamente completamente esausta. Quando sono crollata davanti a tutta la squadra, tutti sono rimasti scioccati. Molti sapevano che non stavo bene, ma nessuno immaginava quanto fosse grave. Ho cercato a lungo di nasconderlo. In clinica ho imparato a gestire queste situazioni.

Baret: Ho ricevuto una chiamata dalla nazionale, nella quale mi han detto: devi venire, Ramona non sta bene. Ho preso subito il treno e la mattina dopo ero lì. Quando l'ho vista, era completamente esausta. Ricordo quando siamo andate a pranzo con la squadra. Ramona improvvisamente si è messa a piangere davanti a tutti, cosa che non fa mai. Tutti erano preoccupati, le compagne, gli allenatori. È stato un momento molto emotivo, ma col senno di poi è stato importante, perché dopo ha finalmente ricevuto aiuto.

Ora vivete di nuovo a Lucerna e Ramona sta facendo riabilitazione dopo la rottura del legamento crociato. Charlotte Baret, come si trova in Svizzera?

Baret: Molto bene! La Svizzera è bellissima, le persone sono gentili e Luan la adora. È anche bello che le nostre famiglie non siano lontane. Così possiamo visitarci reciprocamente. Il cibo è ottimo, solo che i caffè Bar chiudono un po' presto (ride). Ma per il resto è fantastico, e c'è molta più natura che a Parigi.

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Ramona, al Blick ha detto che suo figlio l'ha aiutata ad accettare meglio l'infortunio.

Bachmann: All'epoca ero sotto pressione perché volevo ritrovare la forma in tempo per gli Europei. Quando mi sono infortunata ero triste, ma allo stesso tempo sollevata. Non dovevo più lottare contro il tempo. E sapevo che avrei avuto più tempo per Luan e la famiglia.

Ma agli Europei in casa le sarebbe sicuramente piaciuto esserci.

Bachmann: Certo che avrei voluto esserci. Ricordo quando ho chiamato Charlotte e ho pianto perché mi ero rotta il legamento crociato, e Luan mi guardava e sorrideva. In quel momento ho capito: nella vita c'è di più del calcio. Lui ha bisogno di me, sia che io sia infortunata o meno.

Com'è essere genitori?

Bachmann: Per me è la cosa più bella della vita. Ti fa capire che molte cose di cui prima ti preoccupavi non sono poi così importanti. Ci dà tanta gioia e amore. Ovviamente a volte è faticoso, ma la felicità è di gran lunga superiore.

Baret: Sì! Nasce una piccola parte di te, con una personalità propria. Si conosce una nuova persona che unisce ancora di più la famiglia.

Siete genitori severi?

Bachmann: Al momento non è ancora necessario esserlo (ride). Per noi è importante che cresca con buoni valori. Vorrei che rispetti e sostenga le donne, spero che diventi femminista. Ma alla fine deve poter decidere liberamente cosa lo rende felice. Vogliamo solo accompagnarlo al meglio.

Come vi dividete le giornate con il bambino?

Bachmann: Ormai abbiamo una buona routine. Le notti sono faticose perché Charlotte allatta, e questo richiede molta energia. Per questo cerco di darle una mano durante il giorno o la sera. All'inizio davo io il biberon di notte, così lei poteva dormire. Adesso va tutto bene, facciamo molte cose insieme: spesa, pulizie, cucina.

Baret: È davvero tranquillo. Gli piace guardare quando puliamo o cuciniamo, resta calmo. Facciamo tutto insieme e funziona molto bene (ride).

Ancora qualche parola su Houston: il suo contratto con il Dash è stato risolto.

Bachmann: Mi è stato detto che per il futuro cercavano un altro tipo di giocatrice. In parte può essere vero, ma credo che il motivo sia la rottura del legamento crociato. Sono fuori nove mesi e in questo periodo occupo un posto da straniera nella rosa. Senza di me hanno potuto ingaggiare una nuova giocatrice straniera. Penso che questo sia il motivo principale.

Per concludere: la rivedremo ancora con la maglia della nazionale?

Bachmann: Sì, è il mio obiettivo. Non voglio concludere la mia carriera, e nemmeno il mio periodo in nazionale, a causa di un infortunio. Sarebbe triste. Darò tutto per tornare e raggiungere di nuovo il mio miglior livello. Non ero al massimo della forma quando mi sono infortunata, perciò considero questa come un'opportunità per tornare più forte.

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COMMENTI
 

Capra 18 ore fa su tio
Io per indole, sono sempre scettico sulla questione “amore eterno “🥸 non una questione di genere
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