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SVIZZERA

Il peso dei dazi si sentirà tutto nel 2026

La prospettive fornite dalla Seco lasciano intravedere nuvole all'orizzonte per il settore economico svizzero
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Fonte Ats
Il peso dei dazi si sentirà tutto nel 2026
La prospettive fornite dalla Seco lasciano intravedere nuvole all'orizzonte per il settore economico svizzero

BERNA - La Segreteria di Stato dell'economia (Seco) corregge sensibilmente al ribasso le previsioni sulla crescita economica elvetica per l'anno prossimo: peserà la debolezza sul fronte delle esportazioni, causata dai dazi e dall'incertezza globale.

Concretamente il prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe salire nel 2026 solo dello 0,9%, a fronte dell'1,2% ipotizzato in giugno. Viene invece confermato - anche sulla scia di una revisione dei conti nazionali effettuata in estate - il dato del +1,3% del 2025. In tutti e due gli anni in esame quindi - sottolinea la Seco - la progressione del Pil elvetico sarà "nettamente inferiore" alla media storica (cioè dal 1980), che è dell'1,8%.

Quelli indicati sono però i dati lordi: corretto dall'impatto degli eventi sportivi, che incidono sensibilmente perché in Svizzera hanno sede le ricchissime federazioni internazionali che incamerano miliardi con i diritti di diffusioni dei loro tornei, il Pil progredirà dell'1,1% nel 2025 e dell'1,2% nel 2026 (0,9% e 1,6% nella precedente valutazione)

«L'elevata incertezza sul fronte della politica commerciale ed economica internazionale sta influenzando sia le prospettive economiche globali sia l'andamento congiunturale in Svizzera», afferma la Seco. La sua previsione si basa peraltro sull'ipotesi tecnica che i dazi internazionali siano mantenuti al livello attuale e che i conflitti commerciali non subiscano un'ulteriore escalation.

Per la Confederazione il contesto di politica commerciale viene definito «particolarmente arduo»: da agosto le esportazioni verso gli Stati Uniti sono infatti gravate da un dazio aggiuntivo del 39%, anziché del 10% precedente (con una serie di deroghe). Inoltre, la maggior parte dei partner commerciali degli Usa si è vista imporre barriere doganali meno elevate, cosa che riduce la competitività dei prezzi degli esportatori elvetici. Infine il franco si è apprezzato negli scorsi mesi.

«I dazi aggiuntivi rappresentano dunque un pesante fardello per l'export svizzero e per i settori direttamente interessati», affermano gli esperti bernesi. Anche in un'ottica macroeconomica si delineano ripercussioni pesanti. Oltre a ciò, il persistente clima di incertezza continua a frenare lo sviluppo economico. Nel 2026 sia le esportazioni che gli investimenti in beni di equipaggiamento dovrebbero mostrare un andamento più debole di quanto previsto finora. L'economia globale dovrebbe riprendere slancio gradualmente solo nel corso dell'anno.

La debolezza congiunturale si farà sentire anche sul mercato del lavoro: nel 2026 il tasso di disoccupazione dovrebbe salire al 3,2%, dopo il 2,9% del 2025. L'inflazione si attesterà invece allo 0,2% quest'anno e allo 0,5% nei dodici mesi successivi.

Le incertezze associate alla politica economica e commerciale mondiale rimangono elevate: un'eventuale intesa tra Berna e Washington o un allentamento generale delle tensioni potrebbe però innescare un andamento più favorevole. «Nel complesso predominano comunque i rischi al ribasso e non si può escludere un ulteriore peggioramento del contesto internazionale», mettono in guardia gli specialisti. Sui mercati finanziari il rischio di correzioni rimane alto e i pericoli associati all'indebitamento globale sono cresciuti ulteriormente. Il franco potrebbe inoltre subire un'ulteriore spinta al rialzo, conclude la Seco.

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