Da Giubiasco per diventare Miss Universo: «Io, cresciuta in fretta»



Vi presentiamo Naima: ha 20 anni e tanti sogni. «Ho vissuto in Messico, ricordo una sparatoria accanto alla mia scuola. E poi tanta povertà», racconta.
Vi presentiamo Naima: ha 20 anni e tanti sogni. «Ho vissuto in Messico, ricordo una sparatoria accanto alla mia scuola. E poi tanta povertà», racconta.
GIUBIASCO - Nelle sue vene scorre il sangue ticinese di mamma Francesca. E anche quello messicano di papà Carlos. «Ho il cuore diviso a metà», racconta Naima Acosta, 20 anni, ai microfoni di Tio Talk. Da Giubiasco sta tentando la scalata per diventare nientemeno che Miss Universo. E sabato 30 agosto sarà tra le madrine di un prestigioso evento benefico ad Ascona, dedicato all'associazione "Emily's Future is Now".
Pronta per diventare Miss Universo?
«Calma. Prima c'è Miss Universo Svizzera: in gara siamo in 19 (due partecipanti si sono ritirate strada facendo). La vincitrice nazionale, decretata il 27 settembre grazie anche ai voti online, potrà poi volare in Thailandia e giocarsi il titolo mondiale».
Quanto conta la bellezza estetica per te nella vita?
«La prima cosa che guardi in una persona è il suo aspetto. Poi è chiaro che una volta che la conosci, subentrano altri fattori».
Nell'opinione comune chi partecipa a questi concorsi ha un carattere frivolo. Tu sei così?
«Può passare l'idea che il "nostro" sia un ambiente pieno di invidia e gelosia. Ma non è cosi. Contano anche l'intelligenza, l'eleganza. Ho una certa saggezza, maturata anche durante i cinque anni in cui ho vissuto in Messico. Lì sono dovuta crescere in fretta».
Sabato sarai madrina di una serata all'hotel Seeschloss di Ascona.
«Io e altre candidate al concorso nazionale sfileremo per raccogliere fondi in favore di "Emily's Future is Now". Emily è una bimba del Locarnese con una rara forma di distrofia muscolare. La sua famiglia ha creato questa associazione con lo scopo di sostenere la ricerca».
Èd è un evento che senti particolarmente "tuo".
«Io e mia mamma Francesca stavamo cercando sponsor per il concorso. A un certo punto abbiamo conosciuto la nonna di Emily. E poi anche Emily, una bimba meravigliosa. A quel punto ho coinvolto l'organizzatrice del concorso, proponendole l'idea di mettere in piedi questa serata».
Torniamo alla tua parentesi in Messico.
«Ho vissuto in Messico tra i 9 e i 14 anni. Mio padre Carlos viene da una famiglia povera. Per questo sappiamo bene cosa significhi avere difficoltà. Siamo sempre stati pronti ad aiutare gli altri. Mi hanno educata così».
Hai detto che sei stata costretta a maturare in fretta.
«In Messico non c'è la sicurezza che c'è in Svizzera. Ricordo una sparatoria da parte alla scuola che frequentavo. Gli episodi di grave violenza erano all'ordine del giorno».
Sei tornata in Svizzera perché a un certo punto i tuoi genitori si sono separati.
«È così. All'inizio l'ho presa molto male. I miei genitori tuttavia sono stati molto trasparenti e maturi. Li stimo tanto».
Hai anche un fratello più piccolo. Che rapporto hai con lui?
«Ha nove anni, si chiama Nathan. È un terremoto, ha un sacco di energia».
Il tuo percorso verso Miss Universo Svizzera è iniziato a marzo. Come è cambiata la tua vita?
«È un caos totale. Ogni weekend siamo in giro a partecipare a eventi. A fare foto. Si insiste tanto sulla leadership, sulla psicologia. Ci formano. Una Miss Universo deve essere pronta ad affrontare la pressione. La vincitrice viaggerà per tutto il mondo sull'arco di un anno. Diventando testimonial di diversi eventi sociali».
Al di là di Miss Universo, qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Aprire un hotel tutto mio. Vorrei studiare alla scuola alberghiera di Malaga. La passione per i viaggi l'ho ereditata da mia madre. Sono curiosa, mi piace scoprire le culture delle altre persone».