Trump rompe con Xi


Guerra commerciale sui minerali critici: Pechino restringe l’export e Trump risponde con dazi al 100%.
Guerra commerciale sui minerali critici: Pechino restringe l’export e Trump risponde con dazi al 100%.
WASHINGTON - Tornano a spirare i venti di guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina dopo la stretta di Pechino sulle esportazioni di minerali rari. Un atto "molto ostile" per Donald Trump che, in risposta, ha annunciato ulteriori dazi al 100% nei confronti del Dragone a partire dal primo novembre, quando scatteranno anche controlli all'export per i software essenziali. Il presidente ha anche chiarito che non ci sarà alcun incontro con il presidente Xi Jinping in Corea del Sud tra due settimane.
Trump ha ammesso di essere stato colto di sorpresa dalle "lettere inviate" dalla Cina in tutto il mondo che minacciavano maggiori controlli sull'accesso alle terre rare e le esportazioni dei minerali che vi si trovano. "A partire dal primo novembre 2025 (o prima, a seconda di eventuali ulteriori azioni o cambiamenti intrapresi dalla Cina), gli Stati Uniti d'America imporranno alla Cina una tariffa del 100%, in aggiunta a qualsiasi tariffa attualmente applicata. Sempre il primo novembre, imporremo controlli sulle esportazioni su qualsiasi software essenziale", ha annunciato Trump sul suo social Truth dando seguito alla minaccia di tariffe più pesanti sventolata solo qualche ora prima.
Minacce che venerdì hanno appesantito le borse europee - Parigi ha perso l'1,53%, Francoforte l'1,5%, Londra lo 0,86 per cento e Piazza Affari ha lasciato sul terreno l'1,74% - e hanno fatto affondare Wall Street. I listini americani hanno chiuso in profondo rosso, con il Nasdaq che ha ceduto il 3,56%, e hanno visto andare in fumo 1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione.
A inizio anno, Pechino aveva introdotto delle restrizioni limitando le forniture necessarie alle case automobilistiche e alle aziende della difesa americana. Questa settimana il Dragone ha notevolmente aumentato i controlli sulle esportazioni, affermando tra l'altro che qualsiasi produttore di chip avanzati in qualsiasi parte del mondo deve ottenere una licenza per utilizzare minerali cinesi. La Cina domina la catena di approvvigionamento globale di molti di questi minerali e le misure hanno causato ansia tra le aziende americane ed europee.
"Non ho parlato con il presidente Xi perché non c'era motivo di farlo" - "Siamo stati contattati da altri Paesi estremamente arrabbiati per questa grande ostilità commerciale, nata dal nulla", ha insistito The Donald insinuando perfino che non sia stata una coincidenza che le autorità cinesi abbiano inviato le lettere sull'aumento dei controlli proprio "nei giorni in cui, dopo tremila anni di caos e combattimenti, ci sarà la pace in Medio Oriente".
"Come presidente degli Stati Uniti contrasterò finanziariamente la loro mossa", ha avvertito poi il tycoon mettendo in dubbio il suo incontro con Xi. "Non ho parlato con il presidente Xi perché non c'era motivo di farlo", ha scritto spiegando che negli ultimi sei mesi i rapporti tra le due super potenze erano stati "buoni". Ma ora che "avrei dovuto incontrare il presidente cinese all'Apec in Corea del Sud non sembra più esserci una ragione per farlo".