Dai "Frontaliers" all'electro-noise, con un orso come amico



Barbara Lehnhoff, in arte Camilla Sparksss, è l'ospite del nuovo episodio di TioTalk.
Barbara Lehnhoff, in arte Camilla Sparksss, è l'ospite del nuovo episodio di TioTalk.
SAVOSA - È il giorno della pubblicazione di "ICU Run", il nuovo album firmato da Camilla Sparksss. Per l'occasione l'artista (oltre che musicista, è anche videomaker) è stata ospite del nuovo episodio di TioTalk, il vodcast di Tio/20 Minuti.
È il quinto album in studio - prodotto da Aris Bassetti per l'etichetta ticinese On The Camper - dell'alter ego della svizzero-canadese Barbara Lehnhoff (che il pubblico ticinese conosce anche come metà del duo post-punk Peter Kernel). Sicuramente è il più personale e sofferto, dato che, fin dal titolo, racconta il dramma vissuto dal padre.
«"ICU" è, in inglese, il reparto di cure intense, mentre "run" vuol dire scappare, che è ciò che cercava di fare. Mio papà è deceduto l'anno scorso e l'album parla delle difficoltà che la vita ti porta ad affrontare e di trovare la pace, dentro di te, così da poter sopravvivere a tutti questi eventi».
Non è un caso che il disco si concluda con un brano intitolato "Fatherless", letteralmente "senza padre". «È una cosa che non si è mai pronti ad affrontare. Puoi cercare di immaginare come sarà, poi scopri che, almeno nel mio caso, non è una trasformazione istantanea ma semplicemente ti abitui a vivere così, "fatherless"».
Tornando al Canada: Barbara ci ha raccontato della sua infanzia molto particolare (se vista con gli occhi di un ticinese). «Sono nata e cresciuta a Kenora, in Ontario, che è sui Grandi Laghi. Avete presente "Fargo"? Kenora è cinque giorni di marcia più a nord». Una terra di orizzonti sconfinati e di natura praticamente incontaminata, tanto che, a differenza dei bambini "normali", lei da piccola aveva come animale da compagnia... un cucciolo d'orso. «La madre era stata cacciata, quindi c'era in giro questo cucciolo ed è andato a finire in casa». E lì è rimasto finché non è diventato troppo grande e forte per essere gestito. Anche se, essendo un orso nero, in realtà «era più come un grande cane».
Nel disco, un gioiello electro-pop-noise, brilla quello che è il suo primo esperimento con la lingua italiana:: "Amami tu", un duetto particolare ma molto affascinante con Francesco Bianconi, il leader dei Baustelle. Mica male, in fondo, per qualcuno che non ha mai studiato musica e afferma di «non saper suonare "tecnicamente"». Già, perché Barbara ha una formazione da videomaker che l'ha portata a lavorare, un bel po' di anni fa, alla RSI come regista. C'è la sua mano in uno dei cult assoluti di Comano: le prime stagioni dei "Frontaliers".