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«Il capitalismo ha preso in mano i podcast»

Olmo Cerri è il nuovo ospite di TioTalk
«Il capitalismo ha preso in mano i podcast»
TIO/20MINUTI
«Il capitalismo ha preso in mano i podcast»
Olmo Cerri è il nuovo ospite di TioTalk

SAVOSA - Si è parlato di podcast nel nuovo episodio di TioTalk, il vodcast (video podcast) di Tio/20minuti. Per farlo ci è parso naturale invitare Olmo Cerri nel nostro studio di Savosa. Regista e podcaster, è indubbiamente una delle figure più autorevoli sull'argomento che possiamo incrociare nella Svizzera italiana.

Parlano per lui i vari lavori che ha realizzato, come voce principale oppure all'interno di un team, nel corso degli anni. A cominciare da "Macerie", un'apprezzatissima produzione sulla storia dell'autogestione in Ticino.

«Una storia infinita», quella del CSOA il Molino a Lugano, che potrebbe dare vita a un sequel. «Non è detto che non lo faremo: c'è ancora un'inchiesta in corso, che lascia presagire che le autorità abbiano agito male, politicamente. Questo lo possiamo già dire adesso. Però dal profilo giuridico e legale c'è tutta una serie di zone d'ombra, che mi auguro davvero che l'inchiesta possa portare alla luce».

C'è poi "Quegli stupefacenti anni zero", prodotto da Francesca Giorzi per la RSI e il sostegno della Fondazione svizzera per la radio e la cultura FSRC/SRKS e dell’Associazione REC. Avevamo già avuto modo di parlare di questa "cavalcata" negli anni (incredibili, a pensarci oggi) dei canapai. Cerri ricorda i lati eccentrici della vicenda («I pullman di "spanati" da tutta Italia che arrivavano qui a comprare l'erba) ma anche quelli che hanno toccato la vita concreta di centinaia di ticinesi («L'ufficio disoccupazione mandava i disoccupati a lavorare nelle piantagioni»).

Poi qualcosa è cambiato ed è scattata la celebre "Operazione Indoor". «Per alcuni mesi ci sono state retate di polizia, un sacco di gente è andata in prigione, sovraccaricando le magistrature». A pagarne le conseguenze è stato chi aveva scommesso, legittimamente, sulla cannabis. «Erano imprenditori, forse un po' fuori dagli schemi classici, ma comunque avevano investito, affittato gli spazi, assunto persone, pagavano le tasse, compresa l'Iva sull'erba venduta».

Ci sono poi altri lavori, più recenti, toccati nel corso della conversazione. Come "Sennentuntschi: viaggio nell’anima nera delle Alpi", podcast di Simona Sala su una delle più celebri leggende alpine, che Cerri ha curato. Oppure "Le case che ho abitato", che nasce dal laboratorio di narrazione The Podcast Lab (a sua volta "figlio" di Babel Festival). Al gruppo di giovanissimi autori selezionati è stato chiesto di raccontare le abitazioni della loro vita. «Ho l'impressione che sia un buon modo per ricordare: delle parti di vita rimangono legate a quelle mura».

In conclusione, una considerazione sullo stato dell'arte dell'universo podcast. «Ti dico una cosa che ho sentito da una conferenza di uno dei podcaster italiani che preferisco, Jonathan Zenti: lui dice che l'epoca d'oro era quella precedente, mentre questa è quella in cui il capitalismo ha preso in mano i podcast e ne sta facendo un prodotto da vendere e consumare». La creatività, la sperimentazione, il coraggio... beh, quelli «ce li siamo lasciati alle spalle».

Guarda il nuovo episodio di TioTalk solo su Tio.ch.

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