Solidarietà con la persona aggredita dalla polizia

Cusp - Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina
Lunedì 13 ottobre, alle sei di sera, in occasione di un incontro pubblico organizzato dal PLR a Bironico, una cinquantina di persone solidiali con la causa palestinese sono scese in strada per manifestare il proprio dissenso nei confronti del Consigliere federale Ignazio Cassis, ospite d’onore della serata, e della complicità del governo svizzero con il genocidio in Palestina. Un governo elvetico che non solo non condanna chiaramente quello che sta succedendo da due anni a questa parte nella Striscia di Gaza (definito un genocidio anche dall’ONU), ma addirittura continua ad intrattenere rapporti commerciali e militari con lo stato coloniale di Israele e a difendere e quindi giustificare i suoi crimini attraverso le prese di posizione agghiaccianti del suo Dipartimento federale degli affari esteri. E per chiarezza ribadiamo che, anche dopo i tanto osannati «accordi di pace» di Trump, Israele rimane nella sua essenza un progetto coloniale fondato su apartheid e pulizia etnica, ancor di più con l’attuale governo di estrema destra, il cui scopo è annientare e sfollare con qualsiasi mezzo la popolazione indigena palestinese che vive e resiste in tutta la Palestina storica, e accaparrarsi di porzioni sempre maggiori di territorio in tutta la regione.
Ennesima prova: le notizie di bombardamenti israeliani in Libano di questi giorni (mentre sui media occidentali si celebra la «pace») e la violazione del cessate il fuoco da parte delle Forze di Occupazione Israeliane a Gaza che stanno arrivando proprio in queste ore…
In questo contesto, lunedì sera, sul piazzale della scuola media in cui si svolgeva l’evento del PLR, le persone giunte sul posto per manifestare si sono trovate di fronte ad un dispiegamento di polizia a dir poco fuori misura, con decine di agenti, alcuni in assetto antisommosa, camionette e cani.
Dopo un rumoroso saluto di benvenuto a suon di «Vergogna» all’entrata dell’auto del Consigliere federale (ed ex vicepresidente del gruppo parlamentare Svizzera-Israele) scortato nel piazzale, la manifestazione è continuata con cori, discorsi al megafono e musica fuori dalla sala per tutta la durata della conferenza. Un presidio in solidarietà con la Palestina come se ne sono svolti a decine da due anni a questa parte in varie parti del cantone.
Alla fine dell’incontro, alcuni agenti si sono schierati minacciosi sul bordo del piazzale dalla sala per permettere l’uscita del veicolo del Consigliere federale. A questo punto, le persone rimaste a manifestare a distanza saranno state una trentina. Tutto ad un tratto, non si capisce bene come e perché, due agenti sono letteralmente saltati addosso in modo violento ad una donna che stava partecipando al presidio, l’hanno strattonata malamente, ammanettata e poi rinchiusa in una camionetta sul piazzale per una quarantina di minuti. Tutto questo è stato ripreso in un video pubblicato oggi pomeriggio anche dalla RSI. Precisiamo che al momento dell’aggressione la persona era ferma e tranquillamente appoggiata ad un muro della palestra al limite del piazzale, ad una trentina di metri dall’entrata della sala dove è svolto l’evento.
Le proteste delle persone rimaste al presidio si sono fatte sentire per fare in modo che la persona venisse rilasciata, sotto gli occhi dei membri del PLR che stavano uscendo dalla sala, alcuni dei quali si sono complimentati con la polizia. Quando la donna è stata liberata, era visibilmente in stato di shock e spaventata.
Troviamo inaccettabile e denunciamo pubblicamente queste pratiche che riteniamo frutto, quanto meno, di un'incapacità di valutare la situazione della polizia ticinese. Probabilmente ha avuto la meglio anche qualche problema di comunicazione e di gestione della propria impulsività da parte di chi stava lavorando per, si presume, la «sicurezza» di tutte e tutti.
Oppure qualcuno a Berna ha ordinato di incrementare la repressione a livello nazionale contro il movimento di solidarietà con la Palestina, come si è potuto osservare nelle ultime settimane a Ginevra e Berna? Questo clima repressivo si respira ovunque in Europa ed è frutto della connivenza dei governi europei (Svizzera compresa) con lo Stato coloniale di Israele, e di una risposta repressiva contro una solidarietà popolare con la causa palestinese senza precedenti, che ha fatto cadere la fragile maschera del progetto sionista e che chiede a chi siede al potere di rendere conto dell’appoggio politico ed economico al primo genocidio «democratico» del Ventunesimo secolo.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla persona aggredita dalla polizia e per quanto ci riguarda invitiamo tutte le persone a continuare a scendere in strada sempre a fianco del popolo e della resistenza palestinese!