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L’Associazione dei Comuni blocca i salari nelle case anziani: vergogna!

Sindacato VPOD
Ti-Press / Elia Bianchi
Fonte red
L’Associazione dei Comuni blocca i salari nelle case anziani: vergogna!
Sindacato VPOD

Da anni il Sindacato VPOD si batte con determinazione per l’introduzione delle classi salariali dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) anche nel settore delle case anziani, sostenendo questa rivendicazione con iniziative politiche e sindacali concrete. Ora il Cantone e i principali centri finanziatori sono pronti a introdurle, ma durante le discussioni sul preventivo 2026 con il Consiglio di Stato è emerso che l’Associazione dei Comuni Ticinesi è contraria. C’è un limite a tutto, e questa volta è stato superato. Il personale delle case anziani lavora ogni giorno in condizioni sempre più difficili, con salari fermi da anni e un carico di lavoro crescente. Un passo avanti importante e praticabile, l’introduzione delle classi salariali dell’EOC anche nel settore delle case anziani, è stato nuovamente ostacolato. Questa misura, giusta e necessaria, darebbe finalmente dignità e riconoscimento a chi si prende cura delle persone più fragili della nostra società. Adeguare i salari al modello EOC non significa chiedere aumenti eccessivi, ma semplicemente un adeguamento ragionevole, coerente con la realtà del settore sanitario.

Eppure, nonostante il sostegno del Cantone e dei grandi comuni, che coprono la parte più consistente della spesa, i comuni medio-piccoli, riuniti nella loro associazione, continuano a dire “no perché non ci sono i soldi”. Una scusa sempre meno credibile: se equamente ripartito, il peso economico reale sarebbe minimo e non comprometterebbe i bilanci. È una questione di principio sbagliato: non voler investire nemmeno un centesimo in chi mantiene vivo il sistema sociosanitario. Il risultato di questa miopia è evidente: il settore delle case anziani resta fermo, incapace di attrarre nuovo personale o trattenere chi già lavora. Turni insostenibili, assenze non sostituite e risorse sempre più esigue deteriorano il clima interno e compromettono la qualità del servizio. Finora il sistema è tenuto a galla solo grazie alla professionalità e all’abnegazione del personale. Ma fino a quando sarà possibile, visti i continui sacrifici imposti al settore sociosanitario anche nell’ambito del preventivo 2026? La richiesta di personale formato nel resto del settore sociosanitario è altissima e molti potrebbero andarsene.

I grandi comuni e il Cantone hanno dato il loro via libera. Eppure, una minoranza riesce ancora a bloccare tutto, imponendo la propria volontà a chi contribuisce di più e lavora ogni giorno per mantenere il sistema in piedi. Si tratta di un sabotaggio mascherato da prudenza, ma che rappresenta in realtà un’offesa diretta a migliaia di lavoratori. A detta del Sindacato VPOD, riconoscere le classi salariali EOC non è un privilegio ma un adeguamento necessario al mercato, al settore sociosanitario e alla dignità del lavoro. Bloccarlo significa condannare le case anziani a un lento declino e comunicare, implicitamente, al personale: “valete meno dei vostri colleghi in ospedale o in clinica”.

Questa politica è una scelta sbagliata, miope e vergognosa. I grandi comuni mostrano coraggio, il Cantone visione (questa volta), mentre l’Associazione dei Comuni Ticinesi resta ancorata a logiche superate, chiusa in una visione frammentata e anacronistica. Non spendere insieme, in misura proporzionata, per chi si prende cura dei nostri anziani è una mancanza di visione e rispetto. Nel solco dell’iniziativa popolare per cure di qualità, il Sindacato VPOD annuncia pertanto sin d’ora l’intenzione di dare battaglia per introdurre le classi salariali dell’EOC nel settore delle case anziani.

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