Quando l'azienda è un affare di famiglia: «Le idee migliori? Spesso saltano fuori al pranzo domenicale»



In Ticino sono più di 8'000 le famiglie che condividono il lavoro con i propri affetti. Quali le sfide e perché il cognome, spesso e volentieri, non basta. Ne parliamo con Martino Piccioli, presidente di AIF Ticino.
In Ticino sono più di 8'000 le famiglie che condividono il lavoro con i propri affetti. Quali le sfide e perché il cognome, spesso e volentieri, non basta. Ne parliamo con Martino Piccioli, presidente di AIF Ticino.
SAVOSA - Una famiglia riunita al tavolo per un tradizionale pranzo domenicale, fra gli «allora bimbi, come va la scuola?» e i «venite anche voi in montagna il prossimo weekend?» si parla di azienda e di lavoro.
Non è affatto una stranezza ma piuttosto una consuetudine per (almeno) 8'000 famiglie in Ticino. Tante sono le aziende a conduzione familiare nel nostro cantone, una realtà economica non trascurabile che dà lavoro, stimano i dati di un'inchiesta svolta sull'argomento da Supsi, a 80'000 persone.
«A volte è proprio durante il pranzo domenicale che saltano fuori le idee migliori», sorride Martino Piccioli presidente di AIF Ticino, l'associazione che riunisce le imprese familiari ticinesi, «detto questo condividere due realtà che solitamente sono separate, ovvero quelle di famiglia e lavoro, è estremamente complesso».
Mischiare affetti e professione, infatti, può sembrare sia la formula più azzeccata sia quella più tremendamente sbagliata: «Da una parte sono persone a cui vuoi bene e di cui ti fidi, dall'altra sono colleghi e, a volte, superiori o... dipendenti».
Già perché non è detto che tutti i membri della famiglia si trovino sullo stesso grado della gerarchia aziendale: «Questo è senz'altro uno degli aspetti più delicati in assoluto, il modo migliore per affrontarlo è quello di riuscire a “indossare l'abito” della tua funzione una volta che arrivi in azienda limitandosi al proprio incarico, senza prevaricare e senza “forzare” il fatto di essere parte della famiglia. Non è affatto semplice, è un dato di fatto, soprattutto nelle realtà più piccole. In questo senso, può aiutare molto la formazione».
Il cognome, infatti, a volte può non essere abbastanza: «Generazioni e generazioni di presenza sul territorio portano con sé un valore inestimabile, fatto di conoscenza pratica ma anche di cultura e legami personali, è un patrimonio importante che va però tutelato e curato. La sfida più grande, in questo senso, è come si gestisce il passaggio di mano e la scelta di una successione. Le famiglie che decidono di imbarcarsi in questo percorso di vita e lavoro lo fanno per lasciare qualcosa alle generazioni future, ai figli e ai nipoti. In questo senso è necessario capire se è possibile trovare le persone giuste per i ruoli chiave all'interno della famiglia, oppure se sarà necessario cercarle all'esterno sempre con un'ottica lungimirante».