Dall'esercito al palco, il pilota che vola alto anche nella musica



È Mattia Mini, in arte Matt Tockoy, il protagonista del nuovo episodio di TioTalk.
È Mattia Mini, in arte Matt Tockoy, il protagonista del nuovo episodio di TioTalk.
SAVOSA - Ufficiale dell'esercito svizzero, pilota acrobatico, musicista e cantante. Ma anche collaboratore scientifico e attore. Troppo per una sola persona? Non per il ticinese Mattia Mini, in arte Matt Tockoy.
I tuoi seguaci ti conoscono principalmente per le tue prodezze di volo. Hai cominciato ad allenarti per diventare pilota dell’aviazione svizzera quando avevi 9 anni, superando con successo il corso Sphair e successivamente specializzandoti in varie discipline di volo, tra cui anche quello acrobatico. Come è nata questa passione?
«È nata grazie a mio papà. Fin da piccolo mi portava agli air-show. Ricordo la potenza degli aeroplani, la loro velocità... E specialmente i piloti e ciò che riuscivano a gestire, come le accelerazioni gravitazionali. Questa loro capacità di gestire situazioni molto complesse in maniera estremamente coordinata. Per me tutto questo era eccezionale e sapevo che da grande sarei diventato pilota».
Oltre alle tue attività di volo, sei anche collaboratore scientifico e partecipi a uno studio sul funzionamento degli organi che regolano l’equilibrio dei piloti. Ce ne puoi raccontare?
«Ci siamo specializzati nell'ambito vestibolare. E questo mi ha permesso di lavorare con altre aziende che sviluppano tecnologie per comprendere le capacità cognitive e comportamentali o le condizioni mediche di piloti e astronauti. Grazie a queste ricerche sono anche stato selezionato in un settore nuovo dell'esercito, quello spaziale, dove attualmente faccio ciò che ho sempre sognato, ovvero attività sperimentali legate allo spazio e al volo».
Ora, però, passiamo al soggetto vero e proprio di questa intervista, che avevo deciso di improntare non tanto sul tuo lato razionale, diligente e serio, bensì sul tuo lato più creativo. E questo perché, oltre a volteggiare nel cielo, ti interessi anche di musica e cinematografia... Partiamo dalla musica. Mi interessa sapere se questa tua vena artistica si manifesta come necessità di contrastare la parte più “seria” del tuo carattere.
«La musica è la mia parte emotiva. È il mio essere "Mattia". La mia attività lavorativa mi obbliga a mantenere una condizione mentale e fisica estremamente rigida. Nel militare a noi piace dire "Dienst und Käse". C'è un momento per il servizio e un momento per il formaggio, ovvero il divertimento. E questo per me è la musica».
Di recente hai pubblicato il brano "Lasciare i petali”... Di cosa parla?
«Parla di lasciar andare le cose, quelle sofferenze e ingiustizie che bisogna saper accettare per riuscire ad andare avanti».
Passiamo ora alla cinematografia. Siamo rimasti al fatto che eri stato selezionato durante un provino di un film di Paolo Meneguzzi…
«Il provino era andato a buon fine. Era il 2018 quando venni convocato da Paolo e dal suo team, che mi disse "guarda, ha funzionato, sei passato, puoi cominciare". In quel momento dovetti prendere una decisione: continuo con lui o continuo a lavorare per la selezione da pilota? Non potevo fare entrambe le cose. Ho dovuto prendere una decisione in funzione di quello che ero e dire "non ce la faccio". Perché l'impegno era molto grande. Ma una parte del mio cuore apparterrà sempre al cinema».