«Parole inaccettabili da parte della presidente del Consiglio comunale»

Anche il PS di Locarno si è espresso sulle recenti esternazioni di Valérie Camponovo.
LOCARNO - È stato un contributo (nel frattempo rimosso su richiesta) che ha creato rumore e fatto scalpore quello inviato negli scorsi giorni dalla presidente del Consiglio comunale di Locarno Valérie Camponovo.
A creare indignazione è stato in particolar modo il passaggio (invero infelice) in cui la consigliera comunale esprimeva il desiderio di «eliminare la presenza degli zingari» dalla Città Vecchia di Locarno. Il termine "eliminare" ha infatti mandato su tutte le furie l'Associazione Rom Ticino che in una presa di posizione - inviata venerdì 28 febbraio - ha parlato di «parole discriminatorie e offensive» richiedendo un chiarimento a Camponovo. Chiarimento e scuse che da parte della consigliera comunale leghista sono arrivate nel tardo pomeriggio di quello stesso giorno. «Sono tutt'altro che razzista. Sono cresciuta in una famiglia che mi ha sempre trasmesso i valori del rispetto, della tolleranza e dell’educazione», ha chiarito Camponovo, precisando di aver «purtroppo usato un termine che può essere frainteso».
Tutto chiarito e storia chiusa? Non proprio. Perché questa mattina sulla vicenda si è espressa anche la sezione del Partito socialista (PS) di Locarno che ha definito «inaccettabili» le parole di Camponovo. Soprattutto perché pronunciate da «una figura istituzionale che dovrebbe rappresentare tutta la cittadinanza con responsabilità e rispetto». Per il PS le dichiarazioni della Presidente del Consiglio comunale sono poi un chiaro esempio «della leggerezza con cui, troppo spesso, nel dibattito politico vengono utilizzati termini inadeguati senza curarsi del loro significato».
Anche le scuse di Camponovo vengono un po' relativizzate dal PS: «Riteniamo che non basta riconoscere di essersi espressa in modo improprio. Scrivere che “si potrebbe eliminare finalmente una volta per tutte la presenza degli zingari” non è semplicemente accettabile», fanno presente i socialisti precisando che «non si tratta di mancanza di accuratezza nella scelta delle parole, ma di razzismo».


























