«Per una vera autonomia della Giustizia ticinese»

L'iniziativa parlamentare depositata dal presidente del Centro, Fiorenzo Dadò.
BELLINZONA - «Per una vera autonomia amministrativa del Potere giudiziario ticinese». Questo il titolo dell'iniziativa parlamentare depositata dal presidente del Centro Fiorenzo Dadò.
L'obiettivo? «Rendere il Terzo Potere concretamente indipendente anche negli aspetti pratici e amministrativi, è tempestiva, attuale e assolutamente prioritaria, così come indicato in modo chiaro con la risoluzione decisa e approvata dal Parlamento».
Nel dettaglio, l'iniziativa «deve essere intesa come una prima proposta concreta in favore del Potere giudiziario e non vuole già determinare la scelta di un determinato modello».
«Si tratta - spiega il presidente del Centro - di una ragionevole ponderazione dei diversi elementi in gioco calibrati sulla realtà ticinese, senza alcuna volontà di stravolgimento dell’attuale assetto giudiziario». Di principio si propone di concedere autonomia amministrativa a tutti gli uffici giudiziari.
In Ticino però «non esiste alcun concetto di Potere giudiziario come entità propria e di insieme (come nel Canton Zurigo, Canton Grigioni, Canton Vaud o Canton Ginevra)».
È anche vero, «eccezion fatta per il Tribunale di appello e il Ministero pubblico, che tutte le altre autorità giudiziarie (singole Preture civili, Pretura penale, Ufficio GPC, Tribunale di espropriazione) sono relativamente piccole e con un organico relativamente ridotto».
L’autonomia amministrativa «comporta la presenza di servizi amministrativi propri/centrali e con tante piccole autorità si arrischierebbe di creare molti doppioni. È poi indubbio che occorra peraltro una certa coordinazione, anche all’indirizzo del Gran Consiglio. Sarebbe impensabile che “a spizzico” le singole autorità giudiziarie provvedano a inviare i conti in Gran Consiglio. La creazione di ulteriori entità/gremi/autorità aumenterebbe però inutilmente i costi. Si propone quindi che sia la CA-TA con il segretariato generale a fungere per così dire da “ufficio collettore”, senza che però essa debba assumere responsabilità politiche o istituzionali, le quali rimangono alla singola autorità giudiziaria. Così facendo, riallocando personale dalla Divisione della giustizia al Tribunale di appello e al Ministero pubblico, sarebbe verosimilmente possibile implementare senza troppe difficoltà l’autonomia delle autorità giudiziarie».
Tra le proposte di Dadò la modifica dell'articolo 27b della Legge sull’organizzazione giudiziaria (LOG) è il punto centrale dell'iniziativa: «Eccezion fatta per le Giudicature di pace, le autorità giudiziarie godono di autonomia amministrativa. Istituiscono i propri servizi e assumono il personale necessario. Tengono una contabilità propria. Le autorità giudiziarie adottano il progetto di preventivo e il consuntivo a destinazione del Gran Consiglio. ll Tribunale di appello si occupa di riprendere i progetti di preventivo e di consuntivo di tutte le autorità giudiziarie e di trasmetterli con i propri al Gran Consiglio. Il Ministero pubblico si occupa di riprendere i progetti di preventivo e di consuntivo della Magistratura dei minorenni e di trasmetterli con i propri al Gran Consiglio. Le autorità giudiziarie possono chiedere consulenza al Tribunale di appello in merito a qualsiasi questione di natura amministrativa. Ciascuna autorità giudiziaria emana regolamenti concernenti l’organizzazione e l’amministrazione».