Ambrì: vi sarà la quiete dopo la tempesta?


Abbiamo interpellato l'Avvocato Brenno Canevascini per parlare di quanto accaduto ieri, con Duca e Cereda che si sono sentiti delegittimati (e traditi) da Filippo Lombardi
Abbiamo interpellato l'Avvocato Brenno Canevascini per parlare di quanto accaduto ieri, con Duca e Cereda che si sono sentiti delegittimati (e traditi) da Filippo Lombardi
AMBRÌ - Dimissioni? Esonero? Si è dibattuto molto a margine della "pazza" conferenza stampa che si è tenuta ieri ad Ambrì, nella quale è stato sancito l'addio di Luca Cereda e Paolo Duca dopo nove anni. «Ci avete tagliato le gambe - le parole al vetriolo espresse dal ds durante l'incontro - Ok i colloqui con altri candidati, ma non quelli nello spogliatoio. Ci avete esautorati. Con le vostre azioni non ci avete dato la possibilità di scegliere. La decisione è vostra. Conseguenza delle vostre azioni».
Ascoltate queste parole, la domanda che si sono posti in tanti è la seguente: si tratta di esonero o di dimissioni? «Né uno né l'altro in quanto non c'è stato uno scioglimento del contratto da parte del club, così come non ci sono state le dimissioni da parte di Cereda e Duca - ci ha detto l'Avvocato Brenno Canevascini - Semplicemente, loro si sono sentiti delegittimati dal fatto che Lombardi sia andato a trattare un potenziale allenatore senza avvisarli. Sentendosi delegittimati davanti alla squadra, si sono detti: "Cosa andiamo a fare nello spogliatoio?". Duca l'ha specificato durante la conferenza: lui e Cereda non se ne sono andati di loro spontanea volontà, ma sono stati spinti a farlo».
Ci sarà dunque da trovare una soluzione per lo scioglimento del contratto... «Sicuramente, nei prossimi giorni, si sederanno al tavolo per trovare la giusta via per chiudere nella maniera più pacifica il rapporto. Entrambi dispongono di un contratto indeterminato con un normale termine di disdetta, quindi si tratterà di arrivare a una soluzione che vada bene a tutti».
E nell'ipotesi remota che Duca e Cereda dovessero impuntarsi? «Non penso che ciò possa accadere. Sono le dinamiche dello sport e non è il classico caso di mobbing sul posto di lavoro. In questo caso c'è stato un singolo episodio che ha scatenato un putiferio... Motivo per il quale alla fine, ne sono quasi certo, prevarrà il buon senso».
Ad ogni modo, i diritti in caso di disoccupazione cambiano in base alla modalità con cui viene posto fine al rapporto di lavoro: «Certamente. Se ti licenzia un datore di lavoro è un conto, mentre se te ne vai di tua spontanea volontà i diritti cambiano».
Che idea si è fatto, da tifoso, di questa situazione? «Nessuno si aspettava una cosa del genere. È stata una conferenza estremamente emozionale, dove ognuno ci ha messo - secondo il proprio carattere - le sue emozioni. Assisteremo a un cambiamento epocale e non ci sarà più un Ambrì con due biancoblù fino al midollo a ricoprire due cariche importantissime. Solo il tempo ci dirà se questa trasformazione porterà a un miglioramento o a un peggioramento delle cose. Saranno i risultati sportivi ed economici a parlare».




















































