Preventivo 2026: i sindacati sul piede di guerra

OCST, SIT e VPOD insoddisfatti per «l'approccio volto al contenimento della spesa» del Governo.
BELLINZONA - Il Preventivo cantonale per il 2026 è in fase di elaborazione, ma la discussione si prospetta già infuocata. Nelle scorse settimane, il Consiglio di Stato ha presentato ai sindacati OCST, SIT e VPOD i contorni del progetto. «Purtroppo, anche per l’anno prossimo il Governo intende reiterare un approccio volto al contenimento della spesa, traducendolo in misure di risparmio generalizzate che colpiscono duramente il settore pubblico, sociosanitario e socioeducativo, così come i lavoratori che vi operano», si legge in un comunicato congiunto dei tre sindacati.
I sindacati, con una lettera indirizzata al Governo, hanno espresso «profonda contrarietà sia per il metodo di elaborazione del preventivo, privo di un reale confronto, sia per il contenuto delle misure, che ignorano i bisogni concreti del personale e dell’utenza. Queste politiche stanno provocando un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro, con carichi sempre più insostenibili e una crescente difficoltà nel garantire servizi di qualità».
Secondo i sindacati da troppi anni, il personale sta subendo una continua «erosione delle risorse (basti pensare al mancato riconoscimento del carovita, alla mancata sostituzione del personale partente, nonché ai tagli nel settore sociosanitario e socioeducativo)».
E ancora: «I sindacati dichiarano con forza che il risanamento finanziario non può essere pagato da chi lavora e da chi ha bisogno di cure, istruzione e sostegno. I settori sociosanitario, socioeducativo e dell’istruzione sono confrontati con volumi di lavoro crescenti, che richiedono investimenti e non tagli. L’indirizzo del Preventivo 2026 mina, pertanto, la coesione sociale e il dialogo tra le parti: se non si cambia rotta, il rischio è un progressivo smantellamento del servizio pubblico e una crisi reale del partenariato sociale».
I sindacati OCST, SIT e VPOD chiedono al Governo e al Parlamento di rivedere urgentemente l’approccio adottato, «abbandonando la logica dell’austerità e aprendosi a un dialogo costruttivo». E rivendicano misure concrete: il rafforzamento del potere d’acquisto, a partire dal recupero del carovita degli ultimi anni; il sostegno ai servizi pubblici fondamentali sempre più in difficoltà; una migliore conciliabilità tra lavoro e vita privata; il miglioramento delle condizioni di lavoro. «Solo con un finanziamento adeguato alle realtà dei diversi settori sarà possibile garantire condizioni di lavoro dignitose, prese a carico sostenibili nonché un futuro ai servizi pubblici e sociosanitari».
Per lanciare «una discussione attorno alle sfide e alle rivendicazioni relative al Preventivo 2026», i sindacati hanno indetto un’assemblea intersindacale e intersettoriale per il personale dei servizi pubblici e parapubblici il 22 ottobre: «Si tratterà di una prima occasione per discutere, in maniera collettiva e partecipata, dei problemi che interessano il servizio pubblico e le condizioni di lavoro nei vari ambiti (amministrazione, scuola, polizia, sociosanitario, socioeducativo)».