«Gig economy e tutela del lavoro: quali sono i controlli e il quadro giuridico?»


Interrogazione PS rivolta al Consiglio di Stato
Interrogazione PS rivolta al Consiglio di Stato
BELLINZONA - «L’arrivo di Uber Eats a Lugano è solo l’ultima dimostrazione di un modello economico che, se non regolamentato con tempestività e chiarezza, rischia di destabilizzare il mercato del lavoro, di creare nuove sacche di precarietà e sfuggire dalla statistica pubblica».
A scriverlo, in un'interrogazione rivolta al Consiglio di Stato, sono i granconsiglieri socialisti Fabrizio Sirica e Yannick Demaria. «Le caratteristiche di questa attività – l’assenza di un contratto di lavoro tradizionale, la dipendenza da un algoritmo che assegna le corse e determina i guadagni, l’assenza di contributi sociali versati dalla piattaforma – rendono evidente la necessità di una presa di posizione pubblica. Non si tratta del singolo caso di una singola azienda, ma di un fenomeno economico più ampio, che incide direttamente sulla tutela dei lavoratori, sulla fiscalità e sulla concorrenza con altri modelli di impresa».
E ancora: «Una recente inchiesta giornalistica ha portato alla luce le condizioni in cui operano i fattorini reclutati da Uber Eats, evidenziando alcuni punti critici: L’assenza di un contratto di lavoro formale e di tutele sociali. Un sistema di remunerazione determinato unilateralmente dalla piattaforma, senza alcuna possibilità di negoziazione. La concorrenza tra i fattorini incentivata dall’algoritmo, con effetti negativi sulla sicurezza e sulle condizioni di lavoro. La presenza di lavoratori provenienti da altri cantoni o dall’estero, attirati da promozioni temporanee che poi svaniscono, lasciandoli in una condizione di incertezza».
I due granconsiglieri ritengono che «questa nuova forma di organizzazione del lavoro meriti una risposta chiara e tempestiva da parte delle istituzioni. L’assenza di un quadro normativo certo non solo rischia di lasciare senza tutele centinaia di lavoratori, ma può anche alterare il mercato e generare situazioni di concorrenza sleale con imprese che operano nel rispetto delle normative».
Le domande rivolte al Consiglio di Stato:
- Quali valutazioni ha svolto il Consiglio di Stato sull’impatto della gig economy in Ticino? Esistono analisi o dati sulla diffusione di questo modello economico nel nostro Cantone e sulle sue conseguenze per il mercato del lavoro, la sicurezza sociale e la fiscalità? Quali iniziative sono state avviate per comprendere meglio il fenomeno?
- Quali controlli vengono effettuati per garantire che le piattaforme digitali rispettino la normativa vigente? Sono stati predisposti strumenti di verifica per monitorare il rispetto delle leggi sul lavoro e sulle assicurazioni sociali da parte di aziende che operano attraverso algoritmi? Quali strumenti il Cantone intende rafforzare per evitare che i lavoratori siano privati di diritti fondamentali?
- Quale quadro giuridico si intende applicare per regolamentare il settore? Alla luce della giurisprudenza federale che stabilisce che i fattorini di queste piattaforme devono essere considerati lavoratori dipendenti, quali passi intende intraprendere il Consiglio di Stato affinché tale principio venga effettivamente rispettato anche in Ticino? Sono previste iniziative legislative o regolamentari per dare risposte strutturali a questo modello economico?
- In che modo si intende far rispettare la legge sul salario minimo a questo tipo di aziende?