Il 25enne ha ucciso per «una parola di troppo». L'avvocato: «Questioni di cuore»


Quasi scontata la misura della custodia cautelare per il ragazzo ritenuto dalla Procura «pericoloso». Gli istanti successivi al delitto di Luino immortalati in video.
LUINO - La tragedia avvenuta domenica sera a Luino è un caso virtualmente chiuso. Il 25enne, che al culmine di una lite con una coltellata ha ucciso il padre adottivo, ha confessato ieri il delitto di fronte al pubblico ministero, per poi chiudersi nel silenzio.
«Un giovane problematico» - Un «ragazzo problematico», come l'ha definito il procuratore di Varese Antonio Gustapane e come dimostrano i suoi precedenti, tra fughe da casa e problemi con la giustizia legati alla sua vicinanza a gruppi di anarchici.
Ma anche una «forte fragilità» emotiva, come sottolineato dall'avvocato Andrea Pusceddu, che - come riporta il portale VareseNews - ha assistito all’interrogatorio di un 25enne descritto «con le mani ancora tremanti per l’omicidio del padre». L'uomo, come noto, è stato freddato con un coltello da cucina. Un colpo secco, al cuore, che ne ha causato la morte sul colpo.
Il giovane, dopo aver colpito il 57enne, si era dato brevemente alla fuga, inseguito dal fratello. E gli ultimi istanti di quel drammatico momento sono stati immortalati in un filmato, pubblicato oggi da La Prealpina.
Poche decine di secondi, quelle catturati dal video, che mostrano il giovane disteso a pancia in giù sull'asfalto, bloccato, ammanettato e trasferito in caserma da alcuni carabinieri giunti nel frattempo sul posto.
«Questioni di cuore» - Un delitto commesso per questioni futili, come spiegato sin dal principio dai Carabinieri intervenuti la sera di domenica.
Questioni che, in sede di interrogatorio, sono in parte emesse. L'indole anarchica del ragazzo, così come non accettava qualsiasi tipo di autorità, non consentiva nemmeno intromissioni nella sua vita privata, quindi nemmeno nei suoi affetti.
Secondo il suo legale sarebbe stata proprio una «parola di troppo» relativa a «questioni di cuore», a scatenare la discussione terminata con il raptus omicida.
Nei prossimi giorni sarà convalidato il fermo del ragazzo, per il quale è praticamente scontata la misura della custodia cautelare in carcere, «sussistendo serissime esigenze cautelari, con riferimento non solo all’evidenza del pericolo di fuga, quanto, soprattutto, alla pericolosità del soggetto», come sottolineato dalla Procura.