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Quando i bambini chiedono aiuto. SOS Infanzia: «Social sempre più impattanti»

Poco meno di una sessantina di casi nel 2024, di cui 19 complessi. Spesso sono maltrattamenti psicologici, ma anche problemi di droga e, purtroppo, abusi sessuali. L'esperta: «Non sono in aumento, ci sono sempre stati. Finalmente si denuncia di più».
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Quando i bambini chiedono aiuto. SOS Infanzia: «Social sempre più impattanti»
Poco meno di una sessantina di casi nel 2024, di cui 19 complessi. Spesso sono maltrattamenti psicologici, ma anche problemi di droga e, purtroppo, abusi sessuali. L'esperta: «Non sono in aumento, ci sono sempre stati. Finalmente si denuncia di più».

CHIASSO - Qualche richiesta di aiuto in più, diversi i casi delicati e sempre più bassa l'età dei ragazzi che hanno bisogno di Telefono SOS Infanzia. Il bilancio 2024 conferma la delicatezza e l’urgenza delle sfide che l’associazione di Chiasso si trova ad affrontare.

Dopo un 2023 segnato da 51 segnalazioni e che già denunciava un abbassamento dell’età dei minori coinvolti, il nuovo rendiconto conferma un fenomeno in continua trasformazione: accanto alle richieste di aiuto da parte di famiglie e ragazzi, emergono nuove fragilità, spesso legate al digitale. Oggi più che mai, il lavoro di Tina Mantovani decana e vice coordinatrice dell’associazione, di Lidia Canonico, del coordinatore Paolo Frangi e di tutti i collaboratori e volontari, appare come un presidio di ascolto e accompagnamento in una realtà in cui il bisogno di protezione e sostegno non conosce pause.

È proprio Tina Mantovani a fornire qualche cifra relativa all'anno passato.
«Nel 2024 abbiamo ricevuto 58 segnalazioni. Di queste, 19 sono casi complessi, che richiedono un accompagnamento in presenza. Casi in cui interviene l'associazione "La Sorgente", di cui è presidente Lidia Canonico, membro tra l’altro di SOS Infanzia». 

Chi chiede il vostro aiuto?
«La maggior parte delle segnalazioni arrivano da genitori che si rendono conto di vivere una situazione che gli è sfuggita di mano. Sono in un momento di fragilità e hanno bisogno di aiuto. Ci sono poi le chiamate dei parenti, spesso sono i nonni. Infine c’è il minore. Nel 2024 a dire il vero sono state poche le chiamate da parte dei ragazzi, solo 6 sul totale».

Quali problematiche emergono al telefono?
«Principalmente sono maltrattamenti psicologici. I social, in tutto questo, sono sempre più presenti. Seguono le chiamate per problemi familiari, droga e alcol. E continua ad abbassarsi l’età dei giovani che hanno bisogno di aiuto. Anche qui sono complici i social, che creano isolamento, chiusura verso la famiglia e verso l’esterno». 

A chi vi appoggiate?
«Siamo in stretto contatto con le istituzioni. Al primo posto c’è l'antidroga. Ci segue, in qualità di consulente formatore, il sergente maggiore Mauro Mantovani e il suo team inserito nel gruppo “Visione Giovani” della Polizia di Chiasso. Siamo poi in contatto con diversi servizi del territorio e chiaramente con le scuole, sempre molto disponibili».

C’è una concentrazione maggiore di telefonate da qualche regione in particolare? 
«No, ne riceviamo da tutto il territorio cantonale. Quest’anno dei 58 casi citati due però arrivavano dalla vicina Italia».  

Come si svolge una telefonata? 
«Sostanzialmente diventiamo i custodi delle loro confidenze più intime. Spesso ci raccontano segreti mai confessati prima. Il nostro, quindi, è un ruolo delicato. Dobbiamo essere preparati all'accoglienza del loro dolore, ma dobbiamo fare attenzione anche a non sconfinare. Sono loro che devono aprirsi e dobbiamo concedergli il tempo per farlo. Ci vuole partecipazione, fiducia, molta empatia. A nostra volta dobbiamo saper gestire le emozioni. Tutto questo è possibile grazie alla formazione continua e a collaboratori come la dottoressa Myriam Caranzano, esperta ticinese nel campo della protezione dei minori o l'avvocato Luca Pagani. Dopo la fase di ascolto, li si accompagna verso i vari servizi cantonali o dagli specialisti, a seconda del bisogno».

E se qualcuno ha bisogno di notte?
«Non abbiamo un picchetto, ma rispondiamo a tutte le ore. Non capita spesso, ma quelle quattro o cinque volte l’anno può succedere». 

Di recente gli abusi su bambini fanno sempre più spesso parte della cronaca locale. In molti casi avvengono all'interno del nucleo familiare.
«Casi così purtroppo ci sono sempre stati. Fanno parte di quei casi complessi già menzionati. Diversi, infatti, sono passati prima da noi. La differenza oggi è che c’è più informazione e si denuncia di più. Ci capitano situazioni che si protraggono da tempo, anche da generazioni. Chi compie certi atti a volte li ha subiti».

Quest’anno c’è una ricorrenza particolare, giusto?
«Il 22 novembre alle 10.15, presso la sala comunale di Chiasso, per il decimo anno consecutivo ci sarà la consegna del tradizionale premio in ricordo del fondatore e coordinatore Federico Mari. Premio in denaro che viene conferito ad associazioni attive nel sostegno a minori in ambito sia locale che internazionale. Particolare attenzione è riservata alle associazioni che svolgono la propria attività in forma di volontariato e che sono al beneficio dell’esenzione fiscale. Chi volesse partecipare potrà consegnare tutto il materiale e il progetto entro il 31 ottobre. La mail di riferimento è: info@adonet.net e il numero di telefono 0916823333. Tutte le info sul sito Adonet.net». 

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