Trova quelle 17 chiamate perse: il miracolo di Linda


La 42enne era in lista d'attesa da soli 91 giorni per ricevere un cuore nuovo. Solitamente i tempi sono di circa tre anni. Dopo l'intervento, ora la riabilitazione.
La 42enne era in lista d'attesa da soli 91 giorni per ricevere un cuore nuovo. Solitamente i tempi sono di circa tre anni. Dopo l'intervento, ora la riabilitazione.
BESAZIO (MENDRISIO) - Ricevere un cuore nuovo in soli 91 giorni, quando solitamente c'è da aspettare tre anni. Il miracolo è capitato a Linda Rossi-Ferrari, 42enne di Besazio (Mendrisio). È lei stessa a raccontare quello che le è capitato. «Il giorno della svolta è stato il 29 maggio. Lì ho trovato diciassette chiamate sul telefonino. Non ci potevo credere. Erano passati solo tre mesi da quando avevo deciso di mettermi in lista d'attesa. Poi la corsa verso l'Inselspital di Berna».
Le origini – La storia di Linda ha radici profonde. Genetiche. Scopre la malformazione al cuore nel 2008, mentre sta lavorando al Casinò di Lugano. Un arresto cardiaco. L'angoscia. E poi i primi esami. «Da lì la mia esistenza è cambiata – racconta –. Ho dovuto iniziare a convivere con la malattia. Non solo. Ho scoperto che anche mia madre e mia sorella ce l'avevano. Stessa malformazione genetica con tre manifestazioni differenti. Mamma purtroppo non ha avuto fortuna e nel 2022 è deceduta. Per fortuna mia figlia Jasmine è sana».
La scelta – Linda sta scrivendo una specie di diario giornaliero. Un testo che trabocca di emozioni e che forse diventerà un libro. «Esistono 220 tipologie diverse di cuore. E i fattori che determinano la compatibilità sono tanti: genere, età, gruppo sanguigno, peso, grandezza del cuore. Io ho deciso di fare il trapianto, e dunque di mettermi in lista d'attesa, il 28 febbraio del 2025. Proprio perché la mia situazione si stava aggravando sempre di più. Nel mio caso, la media di attesa andava dai due ai quattro anni. Un tempo infinito, sospeso tra la speranza e le limitazioni».
La valigia pronta – Si fa tante domande Linda. Si chiede perché la fortuna di trovare un cuore compatibile con il suo caso sia toccata proprio a lei. «A un certo punto ero così stanca e sfinita. Avevo deciso di lottare solo per Alessandro, il mio compagno, e per mia figlia. Anche se loro continuavano a dirmi che avrei dovuto combattere soprattutto per me. Mi sono armata di pazienza. E ho preparato la valigia, senza farmi chissà quali illusioni. Quando sei in lista per un trapianto, ti dicono di tenerti sempre pronta».
Il viaggio in silenzio – E poi ecco quelle diciassette chiamate. E Linda che richiama l'ospedale. Il cuore c'è. «Io e il mio compagno siamo partiti il giorno stesso. Il viaggio verso Berna lo ricordo molto silenzioso. Cercavo su internet notizie su possibili incidenti. Perché volevo immaginarmi di chi potesse essere quel cuore che qualcuno mi stava donando. Non lo saprò mai. Perché le leggi sulla privacy sono chiare».
L'emozione – Il giorno dopo Linda è subito in sala operatoria. L'intervento inizia alle otto di mattina e durerà oltre quattro ore. «Di solito i pazienti poi dormono per giorni. Io a metà pomeriggio ero già sveglia. È stato tutto così strano. E continua a esserlo. A volte sogno cose che sembrano non appartenermi. È strano avere nel corpo un organo che arriva da un'altra persona. Ti emoziona. So che il mio percorso di riabilitazione è ancora lungo».
Il percorso – Nel frattempo Linda è potuta tornare in Ticino. Ma una volta a settimana torna a Berna. «Sono super controllata. Ogni giorno butto giù diverse pastiglie. A volte è sfiancante, ti mancano le energie. Però capisci che tutto questo è necessario, sto iniziando una nuova vita. Finalmente. Cosa sogno per il futuro? Voglio tornare a dipingere. Per il resto solo pace e amore. Sono le uniche cose che contano».











