"Territori" sconfigge la pioggia


Oltre 2700 spettatori per il festival di teatro in spazi urbani di Bellinzona.
Oltre 2700 spettatori per il festival di teatro in spazi urbani di Bellinzona.
BELLINZONA - Si è conclusa ieri l’edizione 2025 di Territori, il festival delle arti sceniche e performative contemporanee che dal 4 all’8 giugno ha animato Bellinzona con spettacoli, performance, concerti e incontri, trasformando la città in un grande palcoscenico a cielo aperto.
Organizzato dal Teatro Sociale Bellinzona e dalla piattaforma artistica ZONA’B, Territori ’25 ha accolto circa 2700 spettatori. A questi si aggiungono ancora le numerose presenze durante la giornata al Centro Festival, cuore conviviale della manifestazione allestito nel giardino di Piazza Governo.
Territori ‘25 era stato aperto mercoledì scorso con gli interventi della Consigliera di Stato Marina Carobbio e del municipale di Bellinzona Renato Bison. La pioggia, che ha condizionato il festival per quattro giornate su cinque costringendo anche ad annullare uno spettacolo, non è riuscita a fermare l’entusiasmo del pubblico, che in particolare ha frequentato in buon numero le due sale principali della manifestazione, Il Teatro Sociale e l’Officina Nephos.
Grande interesse l’hanno suscitato la prima assoluta di Elements di UnKnown Company, la prima nazionale di La Maria della bellinzonese Raissa Avilés, R.u.in.es di Léna Sophia Bagutti, il ritorno della Compagnia Baccalà con lo storico Pss Pss in occasione del ventennale della compagnia, e il riallestimento dello spettacolo Köszeg della compagnia Opera Retablo, a dieci anni dal suo debutto.
«Con l’edizione 2025 Territori ha ulteriormente consolidato la sua funzione di punto d’incontro e di scambio per operatori professionali provenienti non solo dalla Svizzera ma anche dall’Italia, dalla Spagna, dall’Olanda e dall’Inghilterra», si legge in una nota stampa. Sono stati 28 i programmatori di festival e teatri accreditatisi a Territori e giunti a Bellinzona per confrontarsi con colleghi e artisti presenti al festival. Il programma rivolto ai professionisti ha incluso un workshop sui dossier di produzione (organizzato a Palazzo Franscini da t. Professioni dello spettacolo Svizzera), una tavola rotonda sul teatro partecipativo e uno speed date per artiste, artisti e programmatori.
L’edizione 2025 di Territori si è articolata attorno a due assi portanti: la danza contemporanea e la partecipazione. Sul fronte coreutico, Territori ha ospitato una selezione di artiste e artisti svizzeri e internazionali: Marie-Caroline Hominal (Eurêka c’est presque le titre), Nicole Seiler (Monologue #1 e Monologue #3), Léna Sophia Bagutti-Khennouf (R.u.in.es.), Lorena Dozio (Ballata), Manuela Bernasconi (Bucce) e Wide Company (Cento donne) hanno proposto visioni diverse e complementari, tra ricerca coreografica, autobiografia e immaginazione collettiva.
L’altro grande asse tematico è stato quello della partecipazione, declinata attraverso dispositivi artistici aperti, coinvolgenti e inclusivi. Il pubblico è stato protagonista di esperienze immersive e interattive grazie al provocante intervento urbano di Col·lectiu Güilis (Andavo in bicicletta e mi hanno chiamato terrorista), La Mecànica (A Teen Odyssey), Sienta la cabeza (performance partecipativa al Centro Festival), Trickster-p (The Game) e alla Compagnia Onyrikon con la prima assoluta di Corde, ambientata nella suggestiva cornice notturna del Parco di Villa dei Cedri.
Con la presenza di tre compagnie provenienti dalla Spagna, Territori ’25 ha consolidato il dialogo avviato nell’edizione precedente, approfondendo un percorso di scambio culturale che mira a connettere contesti artistici affini e favorire relazioni internazionali durature, in linea con la visione promossa da ZONA’B.
Grande attenzione è stata riservata anche alle nuove generazioni con lo Young Program, potenziato dopo il successo delle edizioni precedenti e realizzato con il sostegno di Idea Helvetia. Il programma ha coinvolto ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni in tre percorsi: il gruppo di visione e confronto Watch & Talk curato da Elena Boillat, un laboratorio urbano con Col·lectiu Güilis culminato nello spettacolo Andavo in bicicletta e mi hanno chiamato terrorista e una partecipazione immersiva allo spettacolo A Teen Odyssey di La Mecànica.