«Luca e Paolo patrimonio dell’Ambrì e di chi lo ama»


La GBB prende posizione dopo il terremoto che ha portato agli addii di Paolo Duca e Luca Cereda
«Non avete tradito solo due persone, ma un popolo e la sua identità. Vergognatevi». È solo uno degli striscioni esposti dalla Curva durante il match - in corso - contro l’Ajoie.
La GBB prende posizione dopo il terremoto che ha portato agli addii di Paolo Duca e Luca Cereda
«Non avete tradito solo due persone, ma un popolo e la sua identità. Vergognatevi». È solo uno degli striscioni esposti dalla Curva durante il match - in corso - contro l’Ajoie.
AMBRÌ - Era prevista ed è puntualmente arrivata. La Gioventù Biancoblù, prima della sfida con l’Ajoie, ha voluto prendere posizione e far sentire la sua voce dopo la tempesta che ha portato agli addii di Paolo Duca e Luca Cereda. «Luca e Paolo patrimonio dell’Ambrì e di chi lo ama». Il gruppo, prima del match, ha anche esposto alcuni striscioni sottolineando che il coach e il ds verranno per sempre ricordati.
Di seguito il messaggio integrale:
«Mercoledì 8 ottobre 2025: uno dei giorni più tristi della nostra Storia, che ci ha rievocato l’immagine di un presidente sorridente sulla ruspa, in attesa di abbattere la Valascia. Ci ha ricordato l’allontanamento di Rostislav Čada e di Peter Jaks, il cui risultato fu una parabola discendente, trasformatasi in una spirale senza fine che ha portato il club agli inferi. Grazie all’assunzione di Luca Cereda e Paolo Duca siamo tornati a vibrare per un club da cui ci stavamo disaffezionando.
Luca e Paolo reincarnano l’idea di ciò che tutte e tutti noi avremmo voluto fosse l’Ambrì-Piotta: un club che rema controcorrente in un contesto difficilissimo per la propria sopravvivenza. Due uomini che hanno dedicato la loro vita alla causa, prima nel settore giovanile, poi come giocatori e infine alla guida della squadra, e che hanno sempre anteposto il bene comune, quello dell’Ambrì-Piotta, a quello personale. Grazie Cere e grazie Paolo: siete riusciti a riportare un’identificazione totale verso la squadra che amiamo alla follia. Grazie per aver creato un senso di orgoglio bidirezionale – noi orgogliosi di voi, e voi di noi. Avete incarnato l’essenza e i valori dei tifosi e delle tifose dell’Ambrì-Piotta fin dall’inizio, e con coerenza avete concluso questo percorso.
Non attacchiamo la scelta tecnica, siamo consapevoli che, prima o poi, come ogni storia, anche le nostre strade si sarebbero divise. Quello che non tolleriamo sono i metodi usati e il tradimento di un patto che ha portato a calpestare il rispetto dovuto a due persone e dei valori, ormai derubricati a semplici slogan, che dovrebbero guidare lo spirito societario. La spinta propulsiva di questo gruppo dirigente è esaurita, serve un cambio radicale.
La nostra pazienza per i risultati c’è stata, ma quella per i continui scivoloni societari è finita da un pezzo! Siamo stufi di una comunicazione lacunosa e priva di rispetto. Non siamo più disposti ad ascoltare le menzogne con cui il presidente si rivolge ai tifosi e soprattutto non tolleriamo più un presidente e un CdA che si riempiono la bocca di parole a cui non si dà seguito e che non è più in grado di gestire la situazione. Un cane che si morde la coda, un presidente e una dirigenza impotenti di fronte ai problemi, non solo finanziari, che mettono a rischio l’esistenza stessa dell’Ambrì-Piotta. Riteniamo che proseguire su questa strada possa solo portarci definitivamente nel baratro. Temiamo che un’eventuale acquisizione del club da parte di una società, o di un individuo, con mezzi finanziari ma senza amore per questa realtà porterebbe a un distacco irreversibile dai valori a cui i tifosi biancoblu fanno riferimento. L’unica via d’uscita sembra dunque essere una cordata di persone espressione del territorio, che vogliano davvero il bene dell’Ambrì-Piotta, che ne incarnino i valori e che, proprio per questo, siano in grado di affidare la gestione operativa a un CEO che possa finalmente lavorare per il motivo per cui è stato assunto.
Un ultimo messaggio, in questo triste momento, va alla squadra e a colui che sarà chiamato a guidarla. È giunto il momento di tirare fuori l'orgoglio e l'amore per la maglia, sputando sangue e sudore ad ogni secondo di ogni partita. La nostra indulgenza ha un limite: bisogna portare rispetto per questa magica e unica realtà».


























