Preventivo 2026: la solita strategia di un Governo che tira a campare

Piero Marchesi, Presidente Udc Ticino
L’UDC Ticino prende atto del Preventivo 2026 presentato dal Consiglio di Stato. Ma lo denuncia con forza: ancora una volta il Governo si piega alla logica dello scaricabarile e dimostra che la volontà popolare per lui non conta nulla. L’importante è, in qualche modo, riuscire ad arrivare ad aprile 2027, data delle prossime Elezioni cantonali, evitando di prendere le scelte che erano e sono ancor più necessarie.
Comuni spremuti contro il voto popolare - Il Consiglio di Stato vuole riversare ulteriori costi sui Comuni, in pieno contrasto con il Decreto Morisoli, votato dal popolo e valido fino a fine 2025. È la prova che per il Governo il voto dei ticinesi è insignificante. Da anni i Comuni vengono spremuti per tappare i buchi del Cantone senza mai vedere risultati. È vergognoso che si continui con questa politica fallimentare.
Aumento prelievo sui valori di stima: arroganza istituzionale - Il Governo propone aumenti dei valori di stima mentre è pendente un’iniziativa popolare che chiede di neutralizzarli. Questo è uno schiaffo al popolo: invece di forzare la mano, si porti l’iniziativa al voto e si lasci decidere ai cittadini.
Stop all’aumento dei Dipendenti cantonali: più 800 in 5 anni - L’UDC, con altre forze politiche e con il sostegno de Il Mattino della Domenica, ha lanciato l’iniziativa popolare “Stop all’aumento dei dipendenti cantonali” e chiede di andare al voto subito. Negli ultimi cinque anni il personale cantonale è cresciuto di 800 unità, una cifra insostenibile.
La proposta del Governo di non sostituire il 10% dei partenti appare ridicola dinnanzi a queste cifre.
Il vero nodo: spesa sociale e costo del personale - Il vero nodo delle finanze cantonali è doppio:
- una socialità fuori controllo che costa oltre 1 miliardo di franchi all’anno con abusi e sprechi enormi;
- un costo del personale cantonale esploso, che nessuno ha mai avuto il coraggio di contenere.
Qui sta il cuore del problema, non certo nei Comuni o nei cittadini.
In Parlamento sono pendenti numerose iniziative e mozioni dell’UDC che vanno in questa direzione, che però rimangono in qualche cassetto a Palazzo delle Orsoline.
La ricetta dell’UDC: tagliare la spesa, non aumentare le tasse - L’UDC lo ribadisce: la sola ricetta credibile è tagliare la spesa e snellire lo Stato. Ciò significa:
- ridurre drasticamente le uscite, mediante interventi incisivi, a partire dal personale che può essere ridotto nel giro di pochi mesi non sostituendo tutte le numerose partenze naturali (circa 250 annui), senza dunque licenziare, ma neppure assumendone dei nuovi;
- snellire la macchina statale, eliminando burocrazia e costi inutili. Ogni Dipartimento e ufficio porti delle proposte concrete all’attenzione del Consiglio di Stato; cancellare leggi e regolamenti superflui che creano burocrazia e costi;
- chiudere uffici e servizi non più necessari, mediante una riorganizzazione dell’organigramma dell’Amministrazione cantonale.
L’UDC collaborerà con chiunque abbia il coraggio di agire in questa direzione, ma si opporrà con ogni mezzo a qualsiasi aumento di imposte e tasse.
Basta immobilismo: basta tirare a campare - Il Consiglio di Stato ha passato metà legislatura aspettando che i problemi si risolvessero da soli. È ora di svegliarsi, rimboccarsi le maniche e prendere decisioni anche impopolari ma necessarie per salvare le finanze del Cantone.
L’UDC lo ha detto in tutte le sedi: la situazione finanziaria era disastrosa e stava peggiorando. Governo e gran parte partiti di maggioranza hanno fatto finta di nulla. Oggi, dopo le votazioni del 28 settembre, la realtà li ha travolti: la sveglia è suonata, e non c’è più tempo da perdere.