Ennesimo colpo da (S)Cassa Malati: basta!

Maruska Ortelli, Lega dei Ticinesi, deputata al Gran Consiglio, Lega dei Ticinesi
Ho letto con amarezza i nuovi dati ufficiali: nel 2026 i premi della cassa malati in Ticino aumenteranno del 7,1%, contro una media nazionale del +4,4%. Questo significa che la spesa media mensile raggiungerà 501,50 franchi, con un rincaro di oltre 33 franchi in più al mese per persona. È l’aumento più pesante di tutta la Svizzera, e ancora una volta il nostro Cantone si ritrova a pagare il prezzo più alto.
Non si tratta di numeri freddi: per un adulto il premio salirà a circa 582,60 franchi al mese (+37,60 franchi). Per i giovani adulti (19-25 anni) si passerà a 409,80 franchi (+27,90), mentre per i minorenni l’aumento sarà di 10,60 franchi, arrivando a 148,20. In una famiglia con due genitori e due figli, parliamo facilmente di diverse centinaia di franchi in più all’anno, senza che i salari nel frattempo crescano. È l’ennesima dimostrazione che il sistema è ingiusto e che i ticinesi non possono più essere trattati come mucche da mungere. Qui gli stipendi sono più bassi che a Zurigo o Basilea, ma i premi sono praticamente gli stessi, e spesso crescono persino più in fretta.
È un meccanismo perverso che spinge il ceto medio verso la sofferenza economica, mentre chi riceve sussidi almeno in parte è protetto. Ecco perché sostengo con convinzione l’iniziativa leghista: non è più tempo di lamentele, ma di risposte concrete. L’iniziativa obbliga il Cantone a farsi carico di una quota maggiore, riducendo in modo reale il peso dei premi sulle famiglie. Non è ideologia, è buonsenso.
Oggi non votare significa rassegnarsi a una spirale senza fine, dove ogni autunno arriva una nuova batosta e ogni famiglia deve stringere ancora di più la cinghia. Se vogliamo difendere il nostro diritto alla salute e la dignità del nostro lavoro, dobbiamo reagire. Per questo voterò Sì all’iniziativa e invito tutti a fare lo stesso: non per la Lega, non per un partito, ma per noi, per i nostri figli, per un Ticino che non può più permettersi di subire in silenzio.