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FUTURE IN PEACE

Nasce Future in Peace

Future in Peace
Ti-Press (foto simbolo)
Fonte FUTURE IN PEACE
Nasce Future in Peace
Future in Peace

MASSAGNO - In un contesto internazionale segnato da guerre, violazioni dei diritti umani e ingiustizie, nasce in Ticino l’associazione Future in Peace – Diritti umani e giustizia internazionale. Fondata da attivisti svizzeri e palestinesi, l’associazione si propone di essere una voce indipendente e coraggiosa a favore della dignità umana, della responsabilità internazionale e della pace duratura.

L’annuncio giunge in un momento segnato da forti richieste di pace e giustizia, espresse in forme diverse: dalla Festa dei Popoli a Locarno, dove la società civile ha celebrato inclusione e convivenza, alle numerose manifestazioni contro l’occupazione in Palestina e alle proteste a Bellinzona durante la visita del Consigliere federale Ignazio Cassis, che hanno ribadito l’urgenza di una politica estera coerente con i diritti umani.

Future in Peace si basa su otto valori guida – Giustizia, Misericordia, Pace, Responsabilità, Verità, Speranza, Unità, Onestà – che orientano tutte le sue iniziative.

Tra i primi progetti attivi vi sono:

● Progetto Vita, per portare aiuti umanitari alle persone colpite dalla guerra a Gaza.

● Progetto Ponti, programmi educativi e di sensibilizzazione nelle scuole e nella società civile svizzera.

● Iniziativa popolare federale Voce per la Pace – “Per la protezione dei diritti umani e sanzioni contro i crimini di guerra”, che mira a introdurre in Costituzione l’obbligo per la Svizzera di adottare sanzioni mirate contro persone ed entità responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale, ovunque nel mondo.

«La Svizzera ha una responsabilità storica non solo come Paese neutrale, ma proprio per il suo ruolo attivo nella tutela del diritto internazionale: custode delle Convenzioni di Ginevra, depositaria dello storico Patto di Locarno, il Paese è promotore di una politica coerente e giusta nella difesa dei diritti fondamentali” – afferma Sofia Alberti, co-presidente di Future in Peace. – La neutralità non significa indifferenza: significa agire in modo equo e imparziale, senza distinzioni di popoli, religioni o etnie, e senza doppi standard. Questa è la vera forza della neutralità svizzera. Con la nostra associazione vogliamo riportare la Svizzera ad essere una voce forte e coerente per i diritti umani, senza compromessi e senza silenzi».

Samia Bachir, palestinese, voce della diaspora e figlia della Nakba, co-presidente dell’Associazione, dichiara: «Ciò che sta accadendo al mio paese è inaccettabile. La Svizzera non può chiudere gli occhi davanti a un genocidio sotto gli occhi di tutti. Gli interessi economici non possono valere più della vita delle persone. Secondo il Ministero della Salute di Gaza e fonti internazionali, oltre 65.000 palestinesi sono stati uccisi dall’ottobre 2023, tra cui un numero elevatissimo di bambini. La cifra reale è probabilmente ancora più alta a causa delle difficoltà di accesso e della carenza di infrastrutture sanitarie funzionanti. Gli aiuti umanitari vengono bloccati e gran parte della popolazione vive in condizioni di insicurezza alimentare e povertà, costretta a spostarsi continuamente. Gaza è ridotta in macerie, sotto le quali giacciono i corpi di persone innocenti. Noi possiamo distribuire cibo sul territorio, ma non possiamo fermare la guerra. La Svizzera può e deve agire, come ha fatto in passato con la Russia».

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