Basta salassare il ceto medio

Matteo Buzzi, deputato Gran Consiglio Verdi, Locarno
Negli ultimi anni il ceto medio ticinese che percepisce pochi sussidi o non ne percepisce del tutto, a fronte di una critica stagnazione dei salari, già purtroppo i più bassi della Svizzera, è stato salassato dall’aumento dei premi della cassa malati (+31% in 3 anni, raddoppio ogni 10 anni). I costo della cassa malati non è altro che una tassa obbligatoria uguale per tutti che continua ad aumentare. Il potere d‘acquisto si sta purtroppo erodendo e il rischio che scompaia la classe media ticinese è più che mai concreto. In attesa che si metta finalmente mano anche al problema dei costi della salute è fondamentale mettere un freno al salasso mettendo un tetto massimo ai premi da pagare, come proposto dall’iniziativa 10%, che limita appunto al 10% la parte del reddito disponibile da destinare ai premi di cassa malati. Nonostante i proclami coloro che combattono con veemenza l’iniziativa invocando la questione del controllo dei costi della salute in crescita hanno però finora fatto poco o nulla per ridurli o per portare avanti una politica salariale diversa in Ticino. Da un lato manca il coraggio di affrontare le varie lobby che hanno trasformato la salute in un business molto redditizio (lobby farmaceutica, cliniche private, lobby delle casse malati...) e dall’altro manca la volontà concreta di distaccarsi da un’economia basata sul frontalierato e i bassi salari.
L'attuazione dell'iniziativa porterà inevitabilmente a un aumento delle imposte. Un aumento però ampiamente compensato dalla riduzione dei costi per la cassa malati per il 61% della popolazione ticinese che al netto ne avrà un beneficio. La domanda di fondo che dobbiamo porci è quindi la seguente: è meglio una tassa uguale per tutti già pagata oggi tramite i premi di cassa malati che mette in ginocchio il ceto medio, o delle imposte progressive più alte pagate in funzione del reddito? A me sembra chiaro che in questo momento difficile per i bilanci di molti ticinesi i carichi debbano essere distribuiti in funzione delle disponibilità di ognuno e ognuna.
Cogliamo quindi l‘occasione di premiare finalmente il tanto penalizzato ceto medio, non ascoltiamo il catastrofismo dei contrari che non fanno alcun calcolo costi-benefici e difendono solo i grandi redditi, votiamo un chiaro sì il 28 settembre.