Limitare gli smartphone a scuola: l’iniziativa interpartitica lanciata da il Centro

Sara Demir, Deputata al Gran Consiglio (il Centro)
Settimana scorsa in Ticino è stata lanciata l’iniziativa legislativa popolare “Smartphone: a scuola no!”, promossa da il Centro e sostenuta da più partiti, nonché da diversi rappresentanti della società civile tra i quali medici pediatrici, insegnanti e molte altre figure professionali.L’obiettivo è chiaro: limitare l’uso degli smartphone nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie.
Non è la prima volta che il tema approda in Parlamento. Già nel 2018, Giorgio Fonio, Henrik Bang e Maristella Polli avevano presentato una mozione in questo senso, ma nell’aprile 2019 fu respinta con 51 voti contrari (13 favorevoli e 12 astenuti). A distanza di sei anni, la questione è ancora più attuale: gli effetti negativi si fanno sentire tra gli studenti, impattando negativamente sulla loro concentrazione e il benessere in classe.
In altri cantoni si è già deciso di intervenire. Il Canton Nidvaldo ha introdotto una limitazione generale; il Canton Argovia si è attivato per l’anno scolastico 2025/26, estendendo tale limitazione anche alle pause e alle gite scolastiche, prevedendo solo alcune eccezioni. In Vallese l’uso dei cellulari non è consentito durante le pause, mentre a Ginevra le scuole medie hanno adottato regole più severe con sanzioni chiare. Questi esempi dimostrano che un’applicazione concreta e coerente è possibile.
Come deputata al Gran Consiglio per il Centro, sento una responsabilità speciale su questo tema. Sono zia di cinque splendidi nipotini e so quanto sia importante che i bambini crescano in un ambiente sano, dove lo studio e le relazioni umane vengano prima dei dispositivi elettronici. È per loro, e per tutti i bambini ticinesi, che ho deciso di far parte del comitato di sostegno dell’iniziativa.
L’uso eccessivo dei telefonini in classe può causare distrazione continua, calo della concentrazione, isolamento sociale e addirittura problemi di sonno e ansia. Per questo servono regole precise: niente smartphone a scuola, salvo per scopi didattici o in situazioni di emergenza.
Sappiamo anche che l’influenza dei genitori è fondamentale: quando limitano il proprio uso dei dispositivi elettronici e stabiliscono regole chiare, si favoriscono modelli positivi e un comportamento equilibrato nei bambini. Inoltre, nelle famiglie dove i genitori prestano attenzione attiva al figlio (parlando, leggendo insieme, interagendo senza distrazioni digitali), il tempo passato davanti a uno schermo risulta meno dannoso per la crescita.
Abbiamo meno di 100 giorni per raccogliere 7’000 firme. È una sfida impegnativa, ma sono convinta che molte famiglie, docenti e studenti stessi ne capiranno l’importanza.Ogni firma conta, per difendere il diritto dei bambini a crescere in un ambiente educativo sano, adatto all’apprendimento e alle relazioni umane.