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LORENZO ONDERKA

Casse malati: un "no" non basta, serve il coraggio delle scelte difficili

Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro
Lorenzo Onderka
Fonte LORENZO ONDERKA
Casse malati: un "no" non basta, serve il coraggio delle scelte difficili
Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro

Il 28 settembre saremo chiamati a votare su due iniziative che promettono di alleggerire i premi di cassa malati. Una vorrebbe fissare un tetto al 10% del reddito, l’altra rendere integralmente deducibili i premi dalle imposte. Il Governo e i sindaci di Lugano, Bellinzona, Locarno, Mendrisio e Chiasso ci invitano a respingerle: costerebbero centinaia di milioni all’anno, obbligando i Comuni ad aumentare il moltiplicatore o a tagliare servizi. Capisco queste paure. Nessuno di noi vuole tasse più alte o meno servizi. Ma, da cittadino, mi chiedo: davvero possiamo fermarci qui? Dire “no” è facile, ma non risolve nulla. Perché i premi crescono? Non solo per colpa di Berna. La LAMal è federale, ma l’organizzazione sanitaria in Ticino è cantonale. E noi manteniamo cinque ospedali regionali: Locarno, Bellinzona, due a Lugano e Mendrisio. A questi si aggiungono cliniche e strutture di riabilitazione diffuse sul territorio. Una rete che in passato garantiva prossimità, ma che oggi frammenta competenze e moltiplica i costi. Molti cantoni simili hanno concentrato l’acuto in uno o due poli. Noi, invece, continuiamo a rimandare. Gli stessi sindaci hanno più volte evocato il concetto di Città Ticino. Bene: se vogliamo davvero pensare il nostro cantone come un’unica città diffusa, allora dobbiamo affrontare anche il nodo sanitario. Una Città Ticino non può continuare a sostenere una rete che oggi genera duplicazioni e costi insostenibili. Servono pochi poli forti per l’acuto, servizi territoriali diffusi e cure intermedie vicine ai cittadini. Per questo credo sia tempo di pretendere dal Governo e dai sindaci più coraggio. Non basta dire “no” in conferenza stampa. Da loro mi aspetto un piano: concentrare reparti dove c’è massa critica, mantenere pronto soccorso h24 solo dove sostenibile, spostare al territorio le cure che non hanno bisogno di ospedale, pubblicare bilanci chiari e fissare obiettivi di risparmio concreti. Il 28 settembre non so ancora come voterò. Non perché non abbia un’opinione, ma perché attendo un segnale di coraggio. Non basta dire che le iniziative costano troppo: voglio vedere soluzioni per ridurre i costi della sanità, anche a costo di ridisegnare l’organizzazione ospedaliera. Da chi ci governa mi aspetto non solo la forza di guidare, ma anche la coerenza di tradurre in atti concreti le parole spese sulla “Città Ticino”. Questo è il coraggio che distingue chi amministra da chi guida con visione. E oggi, più che mai, il Ticino ha bisogno di questa visione.

Lorenzo Onderka, già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro

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