Come fate a guardarvi allo specchio? Lettera ai politici svizzeri sul massacro di Gaza

Massimo Bartolini, già candidato per i PVL Ticino
Comincio col dire che quanto accaduto il 7 ottobre 2023 è stato un insieme di crimini efferati, prima che qualcuno tiri fuori le solite accuse di essere "pro Hamas".
Tuttavia, ciò che sta accadendo oggi a Gaza è, in egual misura, un insieme di crimini efferati. È necessario usare le parole giuste: si tratta chiaramente di crimini contro l’umanità, di un genocidio sotto gli occhi del mondo. Quello che Israele sta compiendo impunemente è qualcosa di inaudito: deportazioni, carestia, bombardamenti su campi profughi, ospedali e persone in coda per una ciotola di cibo.
Organizzazioni umanitarie come Medici Senza Frontiere, l’ONU, la Croce Rossa, UNRWA, UNICEF denunciano questi crimini quotidianamente. Il diritto di Israele a difendersi non può più essere usato come scusa. I membri del governo israeliano ormai rilasciano dichiarazioni di una brutalità sconvolgente, arrivando perfino a pagare influencer americani e israeliani per raccontare falsità, ridicolizzando il popolo palestinese.
In tutto questo, ciò che sorprende – e dà forza al governo di Tel Aviv – è il rumoroso silenzio del nostro Consiglio Federale e dei vari Stati dell’UE. Ogni tanto arriva qualche dichiarazione, più di circostanza che altro, mai seguita da fatti concreti. Nessuna sanzione commerciale o diplomatica, nessun ambasciatore israeliano convocato per chiarimenti.
Anzi, il Consigliere Federale Cassis è riuscito persino, in un’intervista molto criticata, a smentire i fatti legati agli spari dell’IDF sui civili in fila per il cibo.
Ottant’anni fa, nei paesi vicini ai campi di concentramento e di sterminio nazisti, i cittadini affermavano di non sapere cosa stesse accadendo dentro quelle mura. I militari alleati rimasero sconvolti da ciò che trovarono. Il mondo scoprì fino a dove potesse spingersi la crudeltà umana. Ma oggi siamo nel 2025. Nessuno può dire di non sapere. Nessuno può dirsi disinformato, cieco o sordo a ciò che accade nel ghetto di Gaza, o meglio: nel campo di sterminio di Gaza, perché ormai di questo si tratta.
E allora, ciò che sorprende è il grande silenzio di tutti i partiti politici svizzeri, che non sono nemmeno riusciti ad aprire una discussione a Berna per proporre sanzioni allo Stato di Israele e ai membri del suo governo "democratico", che non si fermano neanche davanti alle proteste del proprio popolo o alla vita dei propri prigionieri in mano ad Hamas.
Come padre, non riesco a capacitarmi del fatto che nessun politico ticinese o federale, né alcun partito – non che dalla destra mi aspettassi molto – ma neppure la sinistra abbia avuto il coraggio di compiere gesti o fare dichiarazioni di peso. Neppure davanti a 20.000 bambini massacrati le loro coscienze si sono mosse, cosa direte ai vostri figli e nipoti, quando vi chiederanno “cosa avete fatto per evitare il genocidio dei Palestinesi a Gaza?”
Quindi mi rivolgo ai politici di casa nostra, a Berna, ai Consiglieri Federali:
Come fate a convivere con le vostre coscienze di madri e padri di famiglia, sapendo perfettamente cosa sta accadendo a Gaza? Sarà la storia a giudicarvi, così come giudicò chi, ottant’anni fa, voltò lo sguardo. Questa sarà un’onta sulla vostra carriera politica, un atto di accusa sulla vostra incapacità di agire, sulla vostra inadeguatezza istituzionale. Siete stati eletti da un popolo che si aspetta che la Svizzera faccia rispettare i minimi diritti umanitari e internazionali. Chi conosce la verità ma sceglie di tacere e non agire è complice sia di chi vende sia di chi preme il grilletto.
Fra circa due anni, me ne ricorderò bene di questa politica e di questi politici che hanno scelto il silenzio. Questo modo di agire, per paura di prendere posizioni forti, non mi appartiene.
Essere pro-Palestina non significa essere pro-Hamas. L'antisionismo non è antisemitismo. I bambini di Gaza non sono Hamas. E la neutralità non è voltarsi dall’altra parte quando non ci sono interessi economici in gioco.