La responsabilità di decidere, oltre al facile consenso

Il consigliere comunale liberale luganese torna sulla proposta delle zone a 30 chilometri all'ora
Un andazzo che da un po’ fastidio a tutti, ma è più facile tollerarlo, che opporvisi: in tempi in cui in politica si rincorre il consenso immediato, la soluzione facile e mediaticamente pagante, è bene ricordare che amministrare (una città) significa anche assumersi la responsabilità di decisioni politicamente meno accattivanti ma lungimiranti.
La proposta di introduzione delle zone 30 km/h nei quartieri residenziali ne è un esempio: è una misura utile e moderata, che richiede il coraggio delle proprie idee, soprattutto quando il dibattito è alimentato con subdole paure. Facile opporsi, invocando alla libertà e strizzando l’occhio a quell’elettorato che inveisce a colui che romba sotto casa propria, ma poi magari sfreccia in zone residenziali altrui. Più faticoso è invece spiegare perché, in certe zone residenziali, la moderazione sia una scelta di buon senso e di civiltà.
Alzi la mano chi non desidera maggiore sicurezza lungo il tragitto casa-scuola dei propri figli? Non si può pretendere serenità nel proprio quartiere, rivendicando però il diritto di nessuna moderazione dove vivono altre famiglie, altri bambini, altre persone fragili, anziani o con disabilità, animali, ... Il paradosso è servito: quello che si auspica sotto casa propria, è osteggiato se proposto altrove.
La città è un bene collettivo e la convivenza civile richiede coerenza. Il traffico non si ferma al confine del proprio rione, così come la responsabilità non può essere a geometria variabile. Vale anche la pena ricordare che le zone 30 esistono già da anni in vari quartieri di Lugano e nessuno ne ha mai chiesto la rimozione, poiché funzionano. Lo stesso accade a Paradiso, Massagno, Comano, Porza, dove la riduzione della velocità ha da anni portato benefici concreti in termini di sicurezza, rumore e vivibilità.
I dati parlano chiaro: a 30 km/h lo spazio di frenata si accorcia sensibilmente, e l’eventuale impatto è molto meno pericoloso. Anche il rumore cala in modo netto, soprattutto quello del rotolamento degli pneumatici. Il risultato è un ambiente più sereno, sano e umano.
Non si propone un limite generalizzato, tutt’altro. Il progetto riguarda solo alcune zone, dove abitazioni, scuole e percorsi pedonali impongono una maggiore tutela della sicurezza e della qualità di vita. Durante la conferenza stampa di martedì 3 settembre a Breganzona, sarannonuovamente illustrati i punti di forza di questa proposta.
Far politica esorta a guardare oltre la polemica momentanea e scegliere ciò che è giusto per i più, anche quando la scelta è politicamente non facile e comporta spiegare, discutere, convincere, piuttosto che solleticare la pancia.