Cerca e trova immobili
VERDI SVIZZERI

La responsabilità dell’ignoranza

Kaj Klaue CC, delegato in direzione Verdi Svizzeri
AFP
Fonte Verdi Svizzeri
La responsabilità dell’ignoranza
Kaj Klaue CC, delegato in direzione Verdi Svizzeri

Il presidente Trump ci ha illustrato in un libro i principi della sua azione politica: «Non importa la veridicità delle parole e delle azioni, ciò che conta è la loro percezione», un principio allegramente adottato dal suo protetto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che mente ogni giorno e che riesce ancora a far passare l'immagine di una nazione israeliana vittima eterna in un mondo che le vuole male. È nostro dovere di cittadini di un paese neutrale e rispettoso dei diritti umani rimettere costantemente al centro la ricerca della verità.

Al di là di tutte le violenze verbali e dei crimini di guerra senza precedenti dello Stato di Israele, crimini condannati da molti governi e che hanno spinto la Corte penale internazionale (CPI) a spiccare mandati di arresto nei confronti di Netanyahu e dell’ex ministro israeliano della difesa Yoav Gallant, noi semplici cittadini dobbiamo, con tutto il sangue freddo possibile, analizzare con un minimo di curiosità storica i fatti ormai accertati degli ultimi 80 anni.

Purtroppo sono oggi pochi coloro che conoscono le circostanze della creazione dello Stato di Israele. Dopo la seconda guerra mondiale la neonata Organizzazione delle Nazioni Unite aveva, con i suoi 56 membri dell'epoca, sancito nel novembre 1947 con la risoluzione numero 181 la creazione dello Stato di Israele. Questo documento oggi largamente ignorato dalla popolazione israeliana, prevedeva la spartizione della Palestina in due Stati: uno ebraico, comprendente il 56% del territorio, l'altro arabo, sulla parte restante, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Sebbene i palestinesi arabi fossero più numerosi di quelli di religione ebraica (due terzi circa di arabi e un terzo di ebrei), al nuovo Stato ebraico fu affidato un territorio più ampio e fertile che a quello arabo, ciò in previsione di un atteso afflusso dall'Europa di Ebrei dopo l’Olocausto.

La Dichiarazione d’indipendenza del nuovissimo Stato di Israele è un documento di una pagina e mezzo che fu approvato e firmato in primis da David Ben Gurion, allora leader dell'Organizzazione sionista mondiale e capo dell'Agenzia ebraica. Essa comprende l’impegno ad attuare i precetti della risoluzione no 181 dell’ONU e prevedeva in particolare pari diritti sociali e politici per tutti i suoi cittadini, indipendentemente da religione, razza e genere, libertà di religione, libertà di coscienza, lingua, istruzione e cultura, la protezione dei luoghi santi per tutte le religioni e vietava l’espropriazione di terreni di proprietà di arabi nello Stato ebraico se non per scopi pubblici. Nei casi di espropriazione era previsto un indennizzo completo, come stabilito dalla Corte Suprema. Un documento, dunque, che dovrebbe giustificare l’esistenza e l’identità dello Stato d’Israele, ma che questo stesso Stato calpesta quotidianamente.

Restando muti a guardare, siamo tutti corresponsabili di questa mostruosa deriva e del non rispetto dell’atto fondativo di Israele, in particolare il nostro Consiglio Federale con il suo deplorevole e colpevole silenzio.

Kaj Klaue CC, delegato in direzione Verdi Svizzeri

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE