«Altro che lupo, a loro dà fastidio Zali»

La Lega dei Ticinesi replica all'attacco di Centro e UDC e difende il suo consigliere di Stato: «Una giravolta vergognosa. Non è il lupo ma la Lega a far paura»
BELLINZONA - Morde il lupo, mordono Marchesi e Dadò e morde, ora, anche la Lega dei Ticinesi. A poche ore dall'attacco rivolto dai due presidenti di partito al consigliere di Stato Claudio Zali per «il disastro» sulla gestione del lupo in Ticino, da via Monte Boglia replicano che «non è il lupo ma la Lega a far paura».
Il movimento, in un comunicato stampa, «prende atto con fermezza – e senza alcuna sorpresa – dell'ultima mossa politica di Marchesi e Dadò. Gli stessi che poche settimane fa si stracciavano le vesti contro il cosiddetto “arrocchino”, oggi propongono loro un arrocco». Ossia, «togliere il dossier lupo» al "ministro" leghista.
«La maschera è caduta»
«Una giravolta vergognosa», prosegue la nota» «che smaschera definitivamente Centro e UDC: non è mai stato un problema di metodo, ma di poltrone. Non è mai stato un problema di metodo o contenuti: è sempre stata una questione di potere e di cadreghe. Quando l'arrocco non lo decidevano loro, era "una forzatura istituzionale". Ora che serve a loro, diventa improvvisamente legittimo. L'ipocrisia è evidente», attacca la Lega in difesa del suo consigliere di Stato.
E nel merito della questione - ovvero, il lupo -, Zali «ha gestito un tema complesso e sensibile, regolato da numerose leggi federali». La Lega sottolinea di aver «chiesto un cambio di passo nella gestione di questo dossier, ed è proprio questo che dà fastidio». E riparte all'attacco di Centro e democentristi: «Altro che lupo: ciò che davvero terrorizza certi partiti è perdere il controllo. Infatti, non è il lupo a far paura: è Claudio Zali che dà fastidio, perché lavora bene e senza inchinarsi ai soliti giochi di potere».