«Scuola o spazio politico?»


L'interpellanza dell'UDC che critica l'attivismo dei docenti sulla questione palestinese
L'interpellanza dell'UDC che critica l'attivismo dei docenti sulla questione palestinese
BELLINZONA - Mancanza di neutralità nell'insegnamento. È quanto viene criticato in un'interpellanza depositata oggi da Aline Prada per il gruppo UDC, insieme ai cofirmatari Raide Bassi, Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici, Sergio Morisoli, Roberta Soldati. Il titolo: «Scuola o spazio politico? Chiarezza sul ruolo dei docenti e sulla neutralità dell'intelligenza».
La motivazione è dettata dalle «segnalazioni ricevute da numerosi genitori ed allievi. All’interno delle scuole pubbliche ticinesi, si riscontra attualmente un comportamento da parte di alcuni docenti che devia dal previsto, con il rischio concreto di compromettere la neutralità politica dell’insegnamento. L’uso improprio del tempo scolastico per attività ideologiche rappresenta una violazione del principio di neutralità e mina la fiducia nell’istituzione scolastica».
Nelle ultime settimane «una parte importante del corpo docente, in particolare delle Scuole Medie di Viganello e del Liceo di Lugano 1, sembra aver dimenticato il proprio mandato educativo. Invece di trasmettere le conoscenze previste dai programmi scolastici, alcuni insegnanti si dedicano a promuovere visioni ideologiche e parziali sul conflitto mediorientale, trasformando la scuola in uno spazio di attivismo politico».
Segnalati in particolare due episodi: «Una lettera firmata da diversi docenti del Liceo cantonale Lugano 1, datata 23 settembre 2025, indirizzata agli studenti, contenente toni fortemente politici ed emotivi, con accuse dirette al governo israeliano e l’annuncio di presìdi settimanali e trattazione del tema in classe». E «l'’organizzazione di una giornata autogestita, prevista per il 17 novembre e incentrata sul tema della Palestina, rischia di trasformarsi in un’occasione di propaganda ideologica. Diversi studenti hanno segnalato che la partecipazione viene incentivata con la promessa che, se si raggiungerà una massa critica, le lezioni ordinarie non si terranno»
Alla luce di ciò, «l’intervento tempestivo delle autorità competenti è giustificato da un evidente interesse pubblico, volto a tutelare il diritto degli allievi a un’istruzione seria, imparziale e conforme ai programmi ufficiali».
Le domande inoltrate al Consiglio di Stato
1. Il Consiglio di Stato è a conoscenza del contenuto della lettera firmata da docenti del Liceo cantonale Lugano 1, datata 23 settembre 2025, e delle attività annunciate al suo interno, tra cui la trattazione del conflitto israelo-palestinese durante le lezioni e l’organizzazione di presìdi settimanali all’interno dell’istituto?
2. Il Consiglio di Stato ritiene conforme al mandato educativo e al principio di neutralità politica l’utilizzo di canali scolastici ufficiali da parte di docenti per promuovere visioni personali su temi geopolitici e per organizzare iniziative di carattere politico all’interno della scuola?
3. Quali misure concrete intende adottare il Consiglio di Stato per garantire il rispetto della neutralità politica all’interno delle scuole pubbliche cantonali, in particolare in relazione a temi di attualità internazionale?
4. È previsto un monitoraggio sistematico dei contenuti proposti durante le giornate autogestite e altre attività scolastiche straordinarie, come quella prevista il 17 novembre, al fine di evitare derive ideologiche e assicurare la coerenza con gli obiettivi formativi del sistema scolastico?
5. Il Consiglio di Stato intende valutare la sospensione, la riformulazione o una maggiore regolamentazione delle giornate autogestite e di altre attività straordinarie, affinché non si trasformino in strumenti di propaganda politica o attivismo ideologico?
6. Quali strumenti e garanzie intende mettere in atto il Consiglio di Stato per tutelare il diritto degli studenti a ricevere un’istruzione imparziale, conforme ai programmi scolastici, libera da pressioni ideologiche e rispettosa del pluralismo?
All'atto parlamentare del gruppo UDC in Gran Consiglio, è seguita una presa di posizione dei Giovani UDC Ticino. In una nota affermano che «una parte del corpo docente sembra aver dimenticato il proprio mandato educativo». E chiedono alle direzione scolastiche e ai docenti di «rispettare la neutralità politica nelle scuole» e di «concentrarsi sull’insegnamento dei contenuti previsti dai programmi scolastici. La scuola - proseguono - deve tornare a essere un luogo di formazione, rigore e responsabilità. Gli allievi hanno diritto a un’educazione seria, pluralista e libera da pressioni ideologiche».