Cerca e trova immobili
BASILEA

Un quarto di secolo fa uccise un pusher. Le contraddizioni dell'imputato

L'uomo, oggi 60enne, dice di non ricordare i fatti e di non aver avuto intenzione di uccidere. «Quel furto è stata una sciocchezza»
Depositphotos (NewAfrica)
Fonte ATS
Un quarto di secolo fa uccise un pusher. Le contraddizioni dell'imputato
L'uomo, oggi 60enne, dice di non ricordare i fatti e di non aver avuto intenzione di uccidere. «Quel furto è stata una sciocchezza»

MUTTENZ - È accusato di aver ucciso 25 anni fa un allora pusher 21enne. Davanti al tribunale penale del Canton Basilea Campagna a Muttenz è a processo un 60enne.

Oggi ha detto di non ricordare molti dettagli. Sono state inoltre discusse perizie forensi che aggravano la posizione dell’uomo.

Lo svizzero è accusato di aver ucciso nel 2000 un pusher di 21 anni presso la St. Jakobshalle di Münchenstein (BL) e di essere fuggito con due chili di cocaina. È stato arrestato nel 2023 in Germania e consegnato alla Svizzera. La Procura di Basilea Campagna ha presentato l’accusa di omicidio.

«Non ho ricordi precisi su cosa sia successo esattamente», ha detto l’imputato. Ha descritto frammenti di memoria e ha sostenuto che si è trattato di un incidente, senza intenzione di uccidere. Ha anche affermato di non avere un piano e di essere «inciampato» in tutta la faccenda.

Su questo punto, il tribunale e la difesa si sono mostrati scettici. Secondo le ricostruzioni, avrebbe cercato di rubare della cocaina ad una banda, di cui faceva parte la vittima, per un valore di 130mila franchi, nascondendoli in una Smart. L’imputato ha detto di non averci riflettuto né considerato le conseguenze, anche di avere un "avversario" più prestante fisicamente e più giovane. Ha piuttosto attribuito il suo consumo di cocaina alla realizzazione dell’idea, che poi ha definito «assoluta sciocchezza».

Al centro del primo giorno di processo ci sono state anche le indagini forensi. Queste hanno escluso che lo sparo accidentale durante la ricarica fosse plausibile. Più probabile invece l’ipotesi di uno sparo intenzionale e a una mano.

Per questo erano stati ricostruiti e simulati diversi scenari in 3D. I periti avevano inoltre tentato senza successo di riprodurre uno sparo accidentale come descritto dall’imputato in precedenti dichiarazioni.

La corte presieduta da Annette Meyer Lopez e la difesa hanno posto domande e si sono fatte spiegare i dettagli delle indagini. La plausibilità dello sparo volontario o accidentale sarà decisiva per la qualificazione del reato e per la possibile prescrizione.

Sono passati 25 anni dai fatti. La possibile prescrizione è stata discussa subito all’inizio su richiesta della difesa. Il tribunale ha però richiamato precedenti sentenze del tribunale cantonale di Baselland e della Corte federale, secondo cui il termine di 20 anni per l’omicidio, pur scaduto, era stato interrotto da atti d’indagine, riavviandosi.

L’imputato ha fornito pochi dettagli sulla sua vita. Ha detto di aver completato una formazione e svolto attività secondarie, negando di aver mai trafficato droga. Negli anni successivi all’omicidio è stato in movimento. Poi si è trasferito con l’attuale moglie e si è registrato presso l'indirizzo dove è poi stato trovato.

Una perizia degli anni ’90 attribuiva all’imputato alta intelligenza, tratti narcisistici e la tendenza a dividere le persone in «utili» o «inutili». L’imputato ha però dichiarato di non aver mai letto la perizia, riferendosi invece al suo psichiatra dell’epoca, che la giudicò “inaccettabile”.

Pur affermando di non «capire nulla di armi», il tribunale ha riscontrato una contraddizione con il suo arsenale documentato, che includeva una doppietta, una pistola e vari tipi di munizioni. A riguardo l’imputato ha parlato di senso di sicurezza, fascinazione e passione per la collezione.

Le arringhe sono previste per martedì, la sentenza per venerdì. Fino a giudizio definitivo vale la presunzione di innocenza.


Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE