Servizio civico, «l'iniziativa indebolisce l'esercito e l'economia»

Iniziativa sotto accusa: critiche trasversali su costi, impatto economico e obblighi
BERNA - "Alleanza Sicurezza Svizzera", che raggruppa esponenti dell'economia e dei partiti sia di destra che di sinistra, non ci sta: l'iniziativa "per un Servizio civico", in votazione il 30 di novembre, va respinta poiché danneggia l'esercito, l'economia ed erode alla base il principio delle volontarietà.
L'iniziativa "Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa servizio civico)", inoltrata il 26 ottobre 2023 con 107'613 firme valide, chiede di introdurre l'obbligo, per tutte le persone di cittadinanza svizzera, donne comprese, di prestare un servizio a beneficio della collettività e dell'ambiente.
Tale impiego dovrebbe essere svolto sotto forma di servizio militare o di un altro servizio di milizia equivalente riconosciuto dalla legge. L'effettivo regolamentare dell'esercito e della protezione civile andrebbe però garantito. In base al testo dell'iniziativa, il legislatore può inoltre prevedere che anche le persone che non hanno la cittadinanza svizzera siano tenute a prestare tale servizio.
Esercito indebolito - Per i consiglieri nazionali Reto Nause (Centro) e Jean-Luc Addor (UDC), se l'iniziativa venisse accolta a farne le spese sarebbe in primis l'esercito di milizia, che risulterebbe indebolito, e con esso la sicurezza del paese.
In questi frangenti, stando al consigliere nazionale Heinz Theiler (PLR), l'apporto di personale all'armata è prioritario, mentre l'iniziativa crea doppioni e pesa sull'economia.
Costosa e dannosa per l'economia - A tale riguardo, il presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori, Severin Moser, ha rammentato che solo per le IPG - indennità per perdita di guadagno - i costi aumenterebbero a circa 1,6 miliardi di franchi all'anno e le uscite per l'assicurazione militare a circa 320 milioni all'anno. Si tratta di oneri aggiuntivi che dovrebbero essere sostenuti dai datori di lavoro, dai lavoratori e dalle autorità pubbliche, ha sottolineato
Oltre a ciò, il numero di persone che prestano servizio raddoppierebbe rispetto a oggi. Le assenze dal posto di lavoro aggraverebbero l'attuale penuria di personale qualificato, provocando un calo della produttività e costringendo nel contempo le aziende a costose soluzioni sostitutive, a parere del rappresentante degli imprenditori.
Volontariato sì, obbligo "no" - Per Verdi e PS è invece inaccettabile obbligare le donne a svolgere più lavoro non retribuito, dato che già oggi svolgono la maggior parte delle mansioni legate alla cura dei figli e della casa.
Gli ecologisti pongono inoltre l'accento sul problema del lavoro forzato e della limitazione della libertà individuale. «L'iniziativa - secondo il deputato Balthasar Glättli (Verdi) - spaccia la coercizione per solidarietà. Chi vuole davvero promuovere l'impegno deve rafforzare il volontariato, non costringere le persone a prestare servizio».
Per Andrea Zryd, consigliera nazionale del PS, l'iniziativa comporta soprattutto un aumento del lavoro male retribuito per le donne; quest'ultime sarebbero costrette a prestare servizio come gli uomini nonostante le attuali discriminazioni a livello salariale fra i sessi.