Uomini truffati dalle prostitute: «Ho perso tutti i miei risparmi»

Cuori infranti e portafogli svuotati: il racket delle false promesse d’amore. La storia di un 40enne truffato da una finta storia d'amore
ZURIGO - Non è il primo, e non sarà nemmeno l'ultimo. Gli uomini che si innamorano delle prostitute e finiscono per ridursi sul lastrico senza essere riamati, è un fenomeno da non sottovalutare in una società dove l'individuo è sempre più solo e in cerca di affetto. La storia di S. 40enne del canton Turgovia, è abbastanza emblematica. Potrebbe sembrare la trama di un film romantico, ma la vicenda si è trasformata in un incubo. L’uomo, che vive con una disabilità cognitiva e difficoltà di apprendimento, è stato per la terza volta vittima di una truffa sentimentale orchestrata da sex workers che gli avevano fatto credere in una storia d’amore. In totale, ha perso 10'000 franchi, una PlayStation 4 e una friggitrice ad aria.
Dal sogno alla truffa - A maggio, S. aveva conosciuto M., una giovane donna ungherese incontrata inizialmente in un bordello. Quello che sembrava un rapporto professionale si era presto trasformato in frequentazioni private. «Mi diceva che mi amava e che vedeva un futuro con me», racconta. Ma la presunta storia d’amore è finita quando M. si è presentata a casa sua insieme al marito, portando via la console e la friggitrice. Un complice lo ha persino minacciato, costringendolo a versare 1000 franchi.
Il ricatto emotivo - Pochi giorni dopo, la donna lo ha ricontattato dall’Ungheria, scusandosi e promettendo di essersi separata. Con telefonate e videochiamate quotidiane, ha continuato a dichiarargli amore, chiedendo però costanti aiuti economici: biglietti del treno, bollette, cibo. Nel giro di pochi mesi S. ha perso altri 8000 franchi. «Pensavo che, aiutandola, potessimo davvero costruire qualcosa», spiega.
Una catena di delusioni - Non era la prima volta. In passato S. era già stato ingannato con schemi simili, compresa una relazione con una donna ucraina, che gli era costata altri 2000 franchi. Nonostante l’esperienza, ha ammesso di non riuscire a “lasciar andare”. Quando M. gli aveva promesso di tornare in Svizzera per restituirgli gli oggetti rubati, lui si è presentato al luogo dell’incontro. Ma lei non si è mai fatta vedere, e poco dopo lo ha bloccato.
Una vulnerabilità sfruttata - S. vive di rendita AI e fatica ad arrivare a fine mese. Nonostante sia sotto tutela, la misura non è riuscita a proteggerlo da chi ha approfittato della sua fragilità. «Molti si prendono gioco di me perché ci sono cascato di nuovo», racconta. Spesso si sente solo, anche se può contare sull’appoggio dei genitori, che lo hanno più volte aiutato economicamente. «È doloroso vederlo sfruttato così, nonostante gli avvertimenti», hanno dichiarato i familiari, sottolineando le difficoltà di chi, con limitazioni cognitive, rischia di cadere vittima delle manipolazioni affettive ed economiche.
Così funziona l truffa d'amore
Le persone colpite sono spesso particolarmente vulnerabili: sole, in crisi esistenziale o con deficit cognitivi. Spiega lo psicologo Leonardo Vertone al portale 20 Minuten: «Non appena si crea un legame, le persone colpite sviluppano veri e propri sentimenti. Poi si sentono in dovere – e più a lungo dura il contatto, più è difficile dire di no». Il ricatto emotivo è particolarmente perfido: «Se mi ami davvero, mi aiuterai», è una frase tipica. Chi esita viene accusato di essere insensibile o addirittura di essere responsabile della presunta sofferenza dell'altra persona. Un altro metodo è il blocco e lo sblocco mirati. «Se il contatto si interrompe improvvisamente, le vittime vanno nel panico. Se l'aggressore torna in seguito con una storia drammatica, il sollievo è così grande che ulteriori richieste di denaro difficilmente vengono messe in discussione». spiega Verdone.
I truffatori d'amore raramente agiscono da soli. «Mentre una persona si guadagna la fiducia, un complice assume il ruolo di intimidatore e minaccia la vittima con la violenza». Anche la selezione delle vittime segue uno schema: «Gli aggressori scrivono a decine di persone contemporaneamente e verificano chi è ricettivo». Una volta abboccato, vengono sfruttati senza pietà, spesso fino agli ultimi beni: «Non c'è compassione o empatia», sottolinea l'esperto.