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Uomini che uccidono le donne: è allarme femminicidio in Svizzera

Con il delitto di Neuchâtel salgono a 28 i casi di femminicidio (compiuti e tentati) nel 2025. Una vera e propria piaga.
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Uomini che uccidono le donne: è allarme femminicidio in Svizzera
Con il delitto di Neuchâtel salgono a 28 i casi di femminicidio (compiuti e tentati) nel 2025. Una vera e propria piaga.

BERNA - Il triplice omicidio di martedì a Neuchâtel - dove l'ex marito ha ucciso l'ex moglie e le due figlie - riporta alla luce una piaga che ormai sta dilagando anche in Svizzera. Quella del femminicidio. Da inizio anno - secondo i dati riportati dalle attiviste di Stop Femizid - sono infatti stati 20 i casi di femminicidio compiuti (ai quali vanno aggiunti 8 tentativi, in cui la vittima è fortunatamente sopravvissuta). Tra di essi spicca il caso avvenuto sui monti di Lodrino, dove un 27enne della regione aveva ucciso una 21enne rumena, per poi tentare il suicidio (è morto una decina di giorni dopo all'ospedale).

Quota 28 - Numeri sconvolgenti se si pensa che lo scorso anno - sempre secondo i dati condivisi da Stop Femizid - erano stati contabilizzati 21 delitti di questo tipo (tentato più compiuto) in totale. Mentre oggi, al 20 agosto, siamo già a quota 28.

I primi tre - Il triste elenco delle donne uccise nel 2025 - nel quale il sito inserisce non solo i delitti avvenuti in ambito domestico ma anche quelli in cui gli autori non conoscevano le vittime per «documentare la violenza contro le donne nel modo più completo possibile» - prende avvio già il 14 gennaio a Voivry (VS), dove una donna di 30 anni è stata trovata morta nella casa del suo compagno. Soli due giorni dopo, una 32enne viene uccisa a Bienne (BE). Passa poco più di una settimana - era il 25 gennaio - e una 44enne viene trovata morta in un prato fuori da un edificio residenziale di Berna.

Il dramma di Lodrino - Il giorno successivo è invece il nostro Cantone a piangere una vittima di femminicidio: una 21enne rumena viene infatti uccisa da un 27enne ticinese in un rustico in zona ai Forn sui monti sopra Lodrino. Sotto effetto di cocaina, l'uomo spara diverse volte alla giovane, uccidendola con un fendente letale al collo. Poi si spara alla testa con un fucile modificato, morendo qualche settimana dopo in ospedale. Il caso dovrebbe presto venire archiviato.

Duplice omicidio a Bülach - La lista si allunga con il femminicidio del 7 febbraio a Schönenwerd (SO) (uccisa una 40enne) e con l'omicidio-suicidio del 10 febbraio a Pratteln (BL) (la vittima era una 33enne). Si arriva poi al 17 febbraio con il duplice omicidio di Bülach (ZH), dove una 68enne e una 49enne (madre e figlia) vengono uccise da un 72enne.

Due donne uccise a Emmenbrücke - Marzo si apre con il femminicidio di Obermumpf (AG), vittima una 55enne uccisa dal marito e prosegue - il 22 - con un altro duplice omicidio. A Emmenbrücke (LU) una 40enne e sua figlia di 8 anni vengono infatti uccise dal nuovo compagno della donna, un 35enne rumeno arrestato dopo il delitto. E in manette è finito anche il 42enne siriano residente a Worb (BE) che - il 22 marzo - provoca un incendio nel quale muore una sua connazionale di 33 anni.

Incendio per mascherare il femminicidio - Il mese successivo la serie nera si allunga con il femminicidio del 3 aprile a Münchwilen (TG) dove viene uccisa una 47enne e con l'omicidio-suicidio del 10 aprile di Epagny (FR), dove un 41enne kosovaro uccide la moglie e poi si suicida incendiando la casa nella quale la coppia viveva. Il 27 di aprile è invece una casa di riposo di Lyss (BE) a essere teatro dell'ennesimo dramma: con una 70enne morta e il marito di 71 anni in manette.

Il dramma di Egerkingen - A maggio (incredibilmente) non vengono segnalati femminicidi, mentre il mese successivo ne avvengono tre. Il primo succede il 14 giugno a Martigny (VS) dove uno svizzero di 50 anni uccide la moglie, sua coetanea, e poi tenta (senza riuscirci) il suicidio. Tre giorni dopo avviene il dramma di Egerkingen (SO): un 41enne uccide l'ex moglie e i suoceri per poi consegnarsi alla polizia e confessare il triplice omicidio.

Uccisa mamma e bebè - La triste lista elencata su Stop Femizid - che ancora non presenta l'aggiornamento del triplice omicidio neocastellano odierno - termina con il dramma familiare del 5 luglio a Givisiez (FR). Una 30enne macedone e il suo neonato di poche settimane hanno trovato la morte per mano del marito della donna, un 43enne bulgaro che poi ha tentato (invano) di suicidarsi.

«Manca la prevenzione» - Una vera e propria piaga che per "Stop Femizid" in Svizzera è favorita da una mancanza di «prevenzione ed educazione». «I colpevoli - precisano gli artefici della ricerca - possono infatti avere una lunga storia di violenza alle loro spalle. Ogni ulteriore femminicidio deve venire quindi considerato come un fallimento dei meccanismi di controllo sociale, da parte della polizia, degli esperti e del sistema giudiziario».

Tre misure da attuare - E da questo punto di vista - già a fine giugno - il Comitato responsabile del coordinamento dell’attuazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza nei confronti delle donne - su input della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider - aveva richiesto l'introduzione «senza indugio» di tre misure. Ovvero «soluzioni regionali per colmare le carenze di posti nelle case d'accoglienza», «un rafforzamento della prevenzione durante le fasi di separazione» e «l'introduzione di un'analisi inter-istituzionale sistematica dei casi di femminicidio».

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