Una causa da 50 miliardi contro UBS

La situazione si complica per la grande banca al Tribunale federale di Zurigo: imposta una perizia indipendente e aumentato il valore dell'azione giudiziaria
ZURIGO - Mentre gli analisti attendono buone notizie in relazione ai risultati semestrali di UBS - con un utile stimato attorno ai 2 miliardi di franchi su base semestrale - sul fronte giudiziario, la situazione è ben più complicata. Al Tribunale Commerciale di Zurigo, la banca ha subito una pesante battuta d'arresto: una perizia indipendente valuterà se il prezzo di 3 miliardi pagati per Credit Suisse fosse adeguato. La decisione arriva in seguito alla causa intentata da oltre 5mila ex azionisti CS che contestavano la valutazione dell’operazione di salvataggio. UBS, dal canto suo, sosteneva che la banca acquisita non avesse alcun valore e che l'importo negoziato nel marzo del 2023 fosse già generoso. Sergio Ermotti, recentemente, ha invece affermato che CS avrebbe potuto continuare da sola, «avendo a disposizione un capitale quattro volte superiore ai requisiti minimi»
Ora - stando a quanto riportato dalla Sonntagszeitung -sono stati designati i due esperti indipendenti incaricati della perizia. Sono Roger Neiniger (ex KPMG) e Peter Leibfried (Università di San Gallo), a loro il compito di valutare il valore aziendale del gruppo Credit Suisse al momento della fusione con UBS. La grande banca, nel frattempo, è stata obbligata a presentare numerosi documenti finora riservati, comprese tutte le valutazioni della CS effettuate internamente o esternamente a partire dal 1° ottobre 2022. Il tribunale ha anche fissato il valore della controversia: circa 50 miliardi di franchi.
Al vaglio tutti i dettagli - La banca è ancora in tempo per contestare i nomi dei periti, ma non l'obbligo della perizia stessa. Gli esperti avranno ampio margine metodologico, includendo anche le obbligazioni AT1 convertite in capitale proprio, il valore contabile di CS era superiore ai 50 miliardi. Il valore di borsa era invece inferiore e molto variabile. Il 15 marzo 2023, Finma e la Banca nazionale svizzera dichiararono che CS aveva liquidità e capitale sufficienti. Il giorno seguente, il titolo CS salì temporaneamente a 2,29 franchi (valore di mercato: 9 miliardi). Venerdì chiuse a 2,05 franchi (8 miliardi) e lunedì, con l’acquisizione, scese a 76 centesimi (valore: 3 miliardi).
Arik Röschke, segretario generale dell’Associazione svizzera per la protezione degli investitori, che rappresenta parte degli attori in causa, parla al domenicale di un prezzo arbitrario: «Il punto centrale è che al 19 marzo 2023 non avevamo una valutazione oggettiva, quindi non possiamo sapere quale fosse il valore reale». L’associazione ha commissionato una perizia indipendente basata su dati pubblici: «A seconda del metodo di valutazione, otteniamo valori tra 2,30 e 9,17 franchi per azione. Il valore di CS al momento dell’acquisizione dovrebbe trovarsi in questo intervallo».
Dal canto suo, l’avvocato Andreas Rüd afferma che, dopo la decisione del tribunale, le probabilità sono buone per i ricorrenti: «Primo, UBS difficilmente potrà evitare una perizia indipendente. Secondo, UBS dovrà probabilmente coprire i costi processuali. Terzo, ogni valutazione superiore a 3 miliardi favorisce i ricorrenti ed ex azionisti CS, perché significherebbe un aumento postumo dell’offerta da parte di UBS».
Trasferimento a New York? - Mercoledì, oltre alla causa legale, UBS dovrà affrontare altri temi delicati: dalle nuove regole sui capitali imposte dallo Stato alle perdite subite da clienti su derivati in dollari. Intanto, la banca starebbe valutando concretamente di trasferire la propria sede all’estero, con New York come destinazione favorita. Una scelta che, se confermata entro nove mesi, avrebbe impatti gravi per la Svizzera, costringendo a redistribuire tra 200 e 250 miliardi di crediti a PMI e immobili oggi gestiti da UBS.
Sul fronte interno, emergono tensioni al vertice tra Sabine Keller-Busse e Iqbal Khan, mentre si discute di una ristrutturazione organizzativa per correggere sovrapposizioni tra divisioni. In vista anche cambiamenti ai vertici: si ipotizza la sostituzione di Keller-Busse con Alex Ivanovic, e l’ascesa di Beatriz Martin. Per la successione del CEO Sergio Ermotti – destinato a diventare presidente se UBS resta in Svizzera – restano in corsa Khan e Rob Karofsky. Ma qualora la sede dovesse spostarsi negli Stati Uniti, anche i piani di successione potrebbero cambiare radicalmente.