Produzione energetica a rischio? I bacini idrici sono minacciati da frane

Solamente un paio di settimane fa un crollo si è verificato sulla diga della Grande Dixence. E ora sulla Svizzera pesa anche questa minaccia
ZURIGO - Due settimane fa, una frana ha colpito una diga nel Canton Vallese. Ora, uno studio commissionato dal Cantone e dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) rivela che altri sette bacini artificiali sarebbero esposti a rischio di crolli rocciosi, tre dei quali utilizzati per la produzione di energia elettrica. La notizia è riportata dal Tages-Anzeiger.
Il caso Grande Dixence - Lo scorso sabato nell’area della Grande Dixence, una delle più grandi dighe d’Europa, si è verificata una frana che ha colpito direttamente la struttura, bloccando anche la strada d’accesso. Fortunatamente, non si sono registrati danni gravi, ma le autorità hanno già adottato misure preventive per mettere in sicurezza la zona.
Il permafrost che si scioglie - La minaccia principale proviene dallo scioglimento del permafrost, che rende instabili i versanti montuosi. Il Laboratorio federale per la ricerca sulla neve e le valanghe (SLF) ha identificato 89 pareti rocciose potenzialmente instabili solo in Vallese. Secondo lo studio, sette bacini si trovano in aree a rischio di frana, di questi tre sono impianti idroelettrici attivi.
I tre bacini idroelettrici a rischio - Tra i bacini idroelettrici più grandi considerati a rischio c'è il Lago di Moiry (Val d'Anniviers). Secondo i geologi, oltre un milione di metri cubi di roccia potrebbe staccarsi dalla cresta del Sorebois, generando un’onda di piena potenzialmente pericolosa.
Il Lago Turtmann è minacciato da una possibile frana di 168mila metri cubi di roccia dal versante est del Wängerhorn. I detriti potrebbero ricoprire un’area pari a cinque campi da calcio, con rischi concreti per le località a valle della diga.
Nello studio vengono evidenziati pericoli anche per il Lago Chummibort. Sul versante del Vorder Helsen sono stati rilevati movimenti significati. E si ipotizza fino a 3,6 milioni di metri cubi di materiale potrebbero franare, una quantità sufficiente a riempire completamente il bacino. La diga dovrebbe essere ampliata con il nuovo disegno di legge sull’energia.
A rischio anche bacini più piccoli - Anche alcuni bacini minori sono interessati, come il serbatoio di compensazione Zermeiggern nella Saastal o il Märetschisee vicino a Leuk.
Una gestione dei rischi più precisa - Raphaël Mayoraz, responsabile dell’Ufficio cantonale per i pericoli naturali, ha dichiarato che l’attuale studio non è sufficientemente preciso per l’uso operativo nel risk management. Per questo motivo, è prevista una seconda fase di ricerca con modelli aggiornati e più criteri di analisi. Controlli sul campo verranno effettuati entro il 2026, dopodiché verranno informati i Comuni e i gestori delle dighe interessate.