Social freezing: la Svizzera alle donne single dice ancora no


Mamma oltre i 40 anni? Ma solo se sei in coppia. La società e la politica chiedono ora un cambio di passo alle normative
Mamma oltre i 40 anni? Ma solo se sei in coppia. La società e la politica chiedono ora un cambio di passo alle normative
ZURIGO - Il congelamento degli ovuli non fecondati (il cosiddetto social egg freezing) è sempre più diffuso, ma in Svizzera la legge ne consente l’utilizzo solo all’interno di una coppia. Le cliniche ritengono che questa normativa sia ormai superata.
Sempre più donne scelgono di congelare i propri ovuli, sia per motivi medici, sia per tenersi aperta la possibilità di avere un figlio in futuro. L’età in cui si decide di formare una famiglia continua infatti ad aumentare. Tuttavia, molte scoprono solo durante il colloquio informativo che in Svizzera l’uso degli ovuli congelati è consentito solo nell’ambito di una relazione di coppia. Per le donne single, questo significa che non possono accedere ai propri ovuli.
Cosa dice la legge? - Secondo la Legge svizzera sulla medicina della procreazione (2001), le donne possono sì congelare i propri ovuli non fecondati, ma l’utilizzo di questi in un trattamento di fecondazione in vitro (FIV) è riservato esclusivamente alle coppie. Le donne non in coppia sono escluse dalla procreazione medicalmente assistita. Anche l’accesso alla donazione di sperma è attualmente limitato ai soli coniugi.
Perché le donne single non possono accedere alla FIV? - Le restrizioni vengono giustificate dal legislatore con la tutela del benessere del bambino: un figlio dovrebbe crescere con due genitori legalmente responsabili. Ma su questo punto interviene criticamente Nikola Biller-Andorno, professoressa di Etica biomedica all’Università di Zurigo: «La legge presume che il benessere del bambino non possa essere garantito con un solo genitore». Tuttavia, spiega, non esiste alcuna evidenza empirica che colleghi direttamente la presenza di una coppia (o il matrimonio) al benessere del bambino. L’etica, sostiene Biller-Andorno, impone sì cautela da parte del personale medico, ma non dovrebbe mai sfociare in discriminazioni legate alla forma familiare o allo stato civile.
Una revisione legislativa in arrivo - Attualmente è in corso una revisione della Legge sulla medicina della procreazione. Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), tra le modifiche previste vi è l’estensione dell’accesso alla donazione di ovuli e spermatozoi anche alle coppie non sposate. Si sta anche valutando la possibilità di prolungare oltre i dieci anni la conservazione di ovuli, spermatozoi ed embrioni congelati. Nessuna menzione, però, sull’abolizione del requisito di essere in coppia.
Secondo Brigitte Leeners, direttrice della Clinica di endocrinologia riproduttiva dell’Ospedale universitario di Zurigo (USZ), anche questo punto è in discussione. Leeners fa parte di un gruppo di lavoro che consiglia il legislatore in materia di donazione di ovuli. «L’attuale limitazione per le donne single è ormai obsoleta». La direttrice ritiene probabile un allentamento della norma, ma precisa che ci vorranno ancora anni per via delle lunghe tempistiche legislative. Leeners auspica una normativa basata su evidenze e con un approccio etico differenziato, che sappia coniugare l’autodeterminazione riproduttiva con la responsabilità.
Cosa accade nelle cliniche - All’USZ, le pazienti vengono informate fin dal primo colloquio del vincolo legato alla presenza di un partner. Secondo Leeners, poche donne rinunciano al trattamento per questo motivo. Lo stesso avviene alla clinica per la fertilità Cada. Solo una minoranza di pazienti desidera diventare madre single e, tra queste, molte scelgono di recarsi all’estero per il trattamento. Proprio questo spinge la clinica a chiedere una modifica della legge: «Sia le donne che vogliono diventare madri single, sia le donne in coppie omosessuali non sposate, oggi sono costrette a rivolgersi all’estero – una situazione che non è nell’interesse né delle pazienti né della Svizzera».
Cosa ne pensa la politica - Per la consigliera nazionale del PS Gabriela Suter, l’attuale situazione legale è inaccettabile: «Gli ovuli congelati appartengono alla donna che li ha donati. Deve poter decidere lei quando utilizzarli». Aggiunge che prima di una gravidanza naturale nessuno verifica se la futura madre viva in una relazione stabile e funzionante. Inoltre, lo stato relazionale può cambiare in qualsiasi momento, anche durante la gravidanza. «La Svizzera è uno dei pochi Paesi dell’Europa occidentale che nega alle donne single l’accesso alla fecondazione artificiale».
Suter sottolinea che il benessere del bambino non dipende dallo stato civile dei genitori, «ma dall’amore e dalla stabilità che riceve». Una larga coalizione di deputati – dai Verdi all’UDC – chiede ora di eliminare questa discriminazione verso le persone single.
Di opinione diversa è la consigliera nazionale dell’UDC Katja Riem: «Per me una famiglia è composta da uomo, donna e bambino». Anche se, ammette, questo modello non è sempre facile da realizzare e non è scontato, lo considera comunque «una buona base» per la legislazione. Ritiene che interrogarsi su temi etici fondamentali sia legittimo, ma non vede oggi la necessità di un’estensione del diritto.