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SVIZZERA

Generazione Z in trincea: «Ordini privi di logica e punizioni arbitrarie»

Molti giovani abbandonano la scuola reclute. Ecco perché.
20min/Simon Glauser
Fonte SonntagsZeitung
Generazione Z in trincea: «Ordini privi di logica e punizioni arbitrarie»
Molti giovani abbandonano la scuola reclute. Ecco perché.

BERNA - La cultura militare? Molto distante dal modo di pensare della "Gen Z". Tanto che in molti abbandonano la scuola reclute.

«Eseguire gli ordini e basta» - Elias, 21 anni, racconta alla Sonntagszeitung di esercitazioni «senza senso», lunghe ore di inattività e «ordini per lui privi di logica. La nostra generazione cerca un significato nelle cose ed è abituata a pensare in modo autonomo. Ma alle forze armate questo non interessa: vogliono solo che tu esegua gli ordini».

L'esercito è in crisi - Il pensiero di Elias non è isolato ed è condiviso in Svizzera e in tutto il continente. In Europa, gli eserciti faticano a trovare nuove leve. Nella Confederazione ogni anno oltre 10’000 soldati lasciano l'esercito. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’interesse per la difesa è aumentato, ma molti giovani percepiscono il servizio militare come una sequenza di «attività inutili, punizioni arbitrarie e gerarchie opprimenti».

«Un cambio di mentalità» - Marc Schibli, ufficiale militare da oltre vent’anni e comandante della scuola di fanteria, nota come le nuove reclute si avvicinino all’esercito con un approccio più individualista, informato e riflessivo. «Stiamo cercando di adattarci, promuovendo una cultura dove il significato delle attività sia spiegato e condiviso in misura maggiore. Tuttavia, la catena di comando rimane fondamentale per agire in emergenza».

Un’organizzazione che non convince - Secondo uno studio del Dipartimento della difesa, molti giovani trovano il servizio civile più utile. La metà degli intervistati lamenta difficoltà con le strutture gerarchiche. Ex reclute riportano umiliazioni, punizioni collettive e vessazioni. «Ti puniscono senza spiegazioni. A volte è solo una questione di ego del superiore», precisa Elias. Schibli ammette che certi comportamenti inadeguati esistono ancora, ma i comandi intervengono quando possibile.

Fragilità e disagio psicologico - Nel 2023, oltre 1’100 soldati si sono rivolti al servizio psicologico dell’esercito. Il 60% lamentava difficoltà ad adattarsi all’ambiente militare. Lo psichiatra Christian Jenny osserva un aumento di reclute psicologicamente fragili. «Molti sviluppano ansia e depressione già nelle prime settimane. Oggi i giovani chiedono aiuto prima, senza accettare passivamente comportamenti vessatori».

Un addestramento realistico che genera timori - Paradossalmente, mentre la guerra in Ucraina ha aumentato il senso del dovere, ha anche reso più concreta la prospettiva di un conflitto. Elias racconta le esercitazioni di tiro in cui si insegna a colpire prima le gambe, poi la testa. «Ti rendi conto che il tuo compito è uccidere. È durissimo.»

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