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SINDACATO SISA

Riformare per giustizia: l'iniziativa che riduce i premi e le disuguaglianze

Ismael Camozzi, coordinatore
Foto SISA
Fonte SISA
Riformare per giustizia: l'iniziativa che riduce i premi e le disuguaglianze
Ismael Camozzi, coordinatore

L’Iniziativa per il 10% è una misura indispensabile per rendere almeno parzialmente sociale ciò che oggi è un sistema profondamente antisociale: la cassa malati obbligatoria.

Il suo obiettivo è chiaro: alleviare uno dei fardelli più pesanti per le economie domestiche ticinesi, ovvero i premi dell’assicurazione malattia. Premi che, dal 1997, sono aumentati del 158%, senza alcun criterio di proporzionalità rispetto al reddito.

Se approvata, l’iniziativa garantirà una riduzione dei premi per la maggior parte della popolazione, evitando che i continui rincari ricadano su un ceto medio sempre più in difficoltà, schiacciato dall’inflazione e da salari inferiori del 20% rispetto alla media nazionale.

Il 61% della popolazione ticinese paga oggi più del 10% del proprio reddito disponibile per far fronte a questi costi. Ci chiediamo: come possiamo accettare che studenti, precari e pensionati paghino quanto manager, banchieri o imprenditori milionari?

Una disuguaglianza simile non è un dettaglio tecnico: è il sintomo di un sistema che ha smesso di funzionare nei suoi gangli vitali e, parallelamente, di proteggere i più deboli.

Il fronte contrario – costituito dal centro-destra e dalla destra – risponde con la solita sporca retorica: «Più spesa, più tasse, più Stato», come affermato da Speziali. Il timore sarebbe quello di una fuga dei contribuenti facoltosi, pronti a spostarsi pur di non contribuire di più.

Ma i dati raccontano un’altra storia: tra il 2003 e il 2021, il numero di residenti in Ticino con più di 5 milioni di franchi di sostanza è aumentato del 664%. Sono rimasti. E si sono arricchiti.

Occorre sfatare i falsi miti che dipingono l’iniziativa come “impossibile da finanziare”. I calcoli dell’opposizione – secondo cui il costo sarebbe di 300 milioni di franchi – sono ingannevoli, perché ignorano un dato fondamentale: tra il 20% e il 30% di coloro che avrebbero diritto a un sussidio non lo richiedono nemmeno.

I soldi necessari a finanziare l’iniziativa -260 milioni per l’esattezza - non costituiranno una nuova tassa che si aggiungerà a quelle già esistenti. Sono soldi che le economie domestiche stanno già pagando oggi, oltre la soglia del 10% del loro reddito disponibile.

Pertanto, sostenendo l’iniziativa, il carico dei premi sulle famiglie a reddito medio basso e basso verrà ridotto, spostandolo su contribuenti con una maggiore capacità finanziaria.

Le proposte per finanziare l’iniziativa sono chiare e giuste: tassare chi ha di più attraverso la revisione delle stime immobiliari, un’aliquota più equa sulla sostanza e un leggero aumento del moltiplicatore cantonale. Non si tocca il risparmio del ceto medio, si chiede un contributo a chi ha accumulato enormi patrimoni.

Dall’altra parte, l’iniziativa avversaria propone la solita truffa vestita da riforma: una deduzione fiscale che regala soldi ai ricchi e lascia le briciole alla maggioranza.

In Ticino, patria delle deduzioni fiscali, sappiamo bene dove porta questa strada: meno entrate, più disuguaglianza e servizi al collasso. È ora di smettere di usare la fiscalità per proteggere i privilegi. Mettiamola finalmente al servizio della collettività. Non siamo dunque di fronte a una misura utopica o ideologica. Si tratta di una scelta politica concreta e realizzabile.

La retorica dei detrattori non fa altro che sottolineare quel rapporto di forza per il quale la maggioranza della popolazione è sottomessa ai ricatti di un'élite borghese. Un rapporto di forza costituitosi nel corso di anni con tagli, privatizzazioni e sgravi fiscali sui ricchi sostenuti dalla destra.

È arrivata l’ora di cambiare la rotta, e questa iniziativa è la prima manovra per farlo! Questa volta non è solo una questione fiscale. In gioco c’è qualcosa di più profondo: il diritto di curarsi. Il diritto di non doversi chiedere ogni mese se pagare il medico o l’affitto. Se rinunciare a una visita o risparmiare sul cibo. Votare SÌ all’iniziativa significa rimettere al centro la persona, non il profitto. Significa scegliere un Ticino dove la salute non dipenda dal conto in banca, ma dal bisogno. Dove la fiscalità non sia uno scudo per i forti, ma un ponte per chi è rimasto indietro.

Per questo, il SISA sostiene con convinzione l’iniziativa e invita studentesse e studenti a recarsi alle urne, con determinazione e lucidità, e votare SÌ a una misura concreta ed equa, pensata per aiutare subito gli assicurati e ridare potere d’acquisto alle famiglie ticinesi. Se la confederazione continua a piegarsi alle volontà delle lobby assicurative, spetta alla popolazione alzare la testa e rispondere con forza. Non dimentichiamolo: quando i bilanci familiari crollano, le prime a farne le spese sono le giovani generazioni, tra cui ci sono studentesse e studenti. In particolare, quelle del ceto medio, che oggi vive una precarietà crescente. E mentre il Consiglio federale prevede di tagliare 460 milioni alla formazione e aumentare le tasse universitarie, il messaggio è inequivocabile: non saranno più i sogni o le aspirazioni a determinare chi può studiare, ma il reddito dei genitori.

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