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Tahir Hachem

I 300 milioni per la salute sono un investimento, non un costo. Ecco come pagarli.

Tahir Hachem, Co-presidenza del Comitato cantonale del PS Ticino
Tahir Hachem
I 300 milioni per la salute sono un investimento, non un costo. Ecco come pagarli.
Tahir Hachem, Co-presidenza del Comitato cantonale del PS Ticino

L’Iniziativa del 10% rappresenta una risposta concreta all’emergenza sociale che migliaia di ticinesi vivono ogni giorno: il peso insostenibile dei premi di cassa malati.

È vero: applicare il tetto del 10% del reddito per i premi richiederebbe al Cantone di coprire una differenza. Ma la cifra di 300 milioni di franchi, spesso evocata come un macigno insormontabile, va in realtà messa nel suo giusto contesto.

Primo: quella stima è sovradimensionata. Come confermano studi nazionali, tra il 20% e il 30% di chi ha diritto ad aiuti sociali non li richiede. Il costo reale dell’iniziativa sarebbe quindi inferiore. Inoltre, con l’entrata in vigore della riforma EFAS – che trasferisce l’onere delle cure ambulatoriali dal premio al bilancio cantonale – il costo effettivo è destinato a calare ulteriormente.

Secondo: quei soldi non sono un “costo”, ma un investimento. Non finirebbero in un buco nero amministrativo, ma tornerebbero direttamente nel portafoglio di chi fatica ad arrivare a fine mese. Si tratta di un trasferimento alle famiglie che si traduce in sollievo immediato per lavoratori, giovani, pensionati e ceto medio. Risorse che ritornano nell’economia locale, sostenendo consumi e attività del territorio.

Ma la domanda cruciale è: come trovare queste risorse senza penalizzare i servizi essenziali?

Il documento Scenario di finanziamento fornisce una risposta chiara e sostenibile, basata su tre pilastri che applicano il principio di giustizia fiscale: chi ha di più, contribuisce di più.

Revisione delle stime immobiliari: una misura già prevista per fine 2025. Un aumento del 15% delle stime genererebbe circa 41 milioni di gettito aggiuntivo. Risorse che, invece di finanziare ulteriori sgravi per i più benestanti, potrebbero garantire il diritto alla salute per tutti.

Ripristino dell’aliquota massima sulla sostanza: negli ultimi anni, la riduzione dal 3,5‰ al 2,5‰ ha provocato per Cantone e Comuni una perdita di 65 milioni all’anno. Riportarla al livello precedente consentirebbe di recuperare una parte significativa di queste risorse, interessando solo i patrimoni superiori a 1,3 milioni di franchi.

Aumento del moltiplicatore cantonale: un incremento di 10 punti genererebbe circa 155 milioni di entrate supplementari. È la misura con l’impatto più ampio, ma i dati dimostrano che, per la stragrande maggioranza delle famiglie, i benefici superano di gran lunga il maggior prelievo.

In sintesi: quei 300 milioni non sono un problema tecnico, ma la misura della nostra civiltà. Rinunciare a intervenire significa accettare che sempre più persone rinuncino alle cure, con costi sociali e sanitari ben più elevati sul lungo termine.

Scegliere di trovare queste risorse significa decidere da che parte stare: con le lobby della sanità privata o con la popolazione.

L’Iniziativa del 10% non è un salto nel buio. È una scelta economica saggia, una scelta sociale solidale, una scelta di civiltà. Un investimento sulle persone e sul futuro del Ticino.

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