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VERDI SVIZZERA E VERDI TICINO

Ritorno al nucleare: Albert Rösti sabota la svolta energetica

Verdi Svizzera e Verdi del Ticino
20min/Marco Zangger
Fonte VERDI SVIZZERA E VERDI TICINO
Ritorno al nucleare: Albert Rösti sabota la svolta energetica
Verdi Svizzera e Verdi del Ticino

Quale controprogetto indiretto all'iniziativa “Stop al blackout”, che intende di fatto riaprire il mercato energetico al nucleare, Albert Rösti intende autorizzare la costruzione di nuove centrali nucleari e tornare a una tecnologia costosa e pericolosa del secolo scorso. Si tratta di una manovra intesa a sabotare la svolta energetica, ecco perché i VERDI sono pronti a lanciare il referendum.

Al momento di presentare un controprogetto indiretto all'iniziativa sul nucleare, su spinta della lobby nucleare, Albert Rösti e la maggioranza del Consiglio Federale, UDC e PLR in primis, propongono di autorizzare la costruzione di nuove centrali atomiche in Svizzera, andando addirittura oltre ai propositi dell’iniziativa stessa. La costruzione di tali centrali di nuova generazione costerà decine di miliardi ai contribuenti. Samantha Bourgoin, vicepesidente di Verdi Svizzera ricorda: «Le uniche due andate in servizio in Europa nell’ultimo quarto di secolo sono costate: quella francese oltre 19 miliardi di Euro e quella finlandese 11 miliardi, e dire che per ognuna delle due erano preventivati in origine poco più di 3 miliardi». Non solo, rallenterà anche notevolmente la transizione energetica, che invece deve essere accelerata con urgenza. «Albert Rösti sta sabotando la transizione energetica e la protezione del clima: l'energia nucleare è troppo costosa, troppo pericolosa e ci rende dipendenti da Stati autoritari come la Russia», sottolinea Christophe Clivaz, consigliere nazionale vallesano. Inoltre, questo rinnovato interesse per il nucleare non farebbe che rendere ancora molto più difficile la gestione delle scorie altamente radioattive, un problema d’altronde tuttora irrisolto a quasi 60 anni dalla costruzione della prima centrale nucleare svizzera.

Il nucleare? È sempre NO!

I VERDI non accetteranno mai che il denaro dei contribuenti venga sprecato per infondere nuova vita a una tecnologia del secolo scorso oramai obsoleta, carissima e pericolosa. Tanto più che un'alternativa valida ed efficace per accelerare la transizione energetica esiste: l’Iniziativa Solare dei VERDI. In Svizzera c’è infatti un numero sufficiente di tetti, facciate e infrastrutture idonee da rivestire con pannelli fotovoltaici, di che coprire abbondantemente il fabbisogno di elettricità dell’intero Paese.

«Come VERDI chiediamo energia pulita, senza ricorrere a reattori pericolosi. Se il Consiglio federale e il Parlamento continueranno dunque a perseguire la strada del nucleare, lanceremo il referendum», ribadisce Aline Trede, presidente del gruppo parlamentare dei VERDI. Una risoluzione in merito sarà sottoposta ai delegati riuniti in assemblea il prossimo 23 agosto. Per noi VERDI il ritorno all’energia nucleare è e rimane un no-go!

Un approvvigionamento sicuro con le energie rinnovabili è possibile.

Ognuno di noi può dare già oggi il proprio contributo per un approvvigionamento sicuro firmando l’iniziativa solare: scaricando e firmando il modulo dal sito https://iniziativasolare.ch/ o passando di persona a firmare l’iniziativa alla bancarella presente sabato 16 agosto nelle stradine della Città Vecchia di Locarno, a margine del festival del film.

L’energia nucleare non è né sicura, né garantisce l’approvvigionamento

A sentire l’UDC, solo le centrali nucleari sarebbero in grado di garantire la sicurezza energetica alla Svizzera, ma sono solo bugie. Proprio in queste settimane abbiamo avuto un’ennesima prova che l’elettricità prodotta dalle centrali nucleari non è affatto sicura e non è sempre disponibile. Infatti il reattore della centrale di Gösgen, nel momento in cui scriviamo, è spento oramai da 3 mesi per lavori di revisione che hanno portato alla luce alcune criticità, che hanno costretto le autorità di sorveglianza a rinviare a più riprese la sua rimessa in funzione. Ma non è tutto: lo scorso 2 luglio anche uno dei 2 reattori della centrale nucleare di Beznau ha dovuto essere spento a causa della temperatura troppo elevata delle acque del fiume Aare, acque che servono a raffreddare i suoi reattori, e appena un giorno dopo è stato spento per lo stesso motivo anche il 2° reattore. Da notare che la centrale di Beznau ha pure dovuto spegnere un reattore per lo stesso motivo nell’estate del 2022 e che nell’estate canicolare del 2003 è rimasto spento addirittura per 50 giorni.

… e con il surriscaldamento del clima sarà ancora peggio

Fino a qualche anno fa lo spegnimento di reattori svizzeri nei mesi estivi non poneva particolari problemi, perché poteva essere compensato dall’importazione di elettricità dalla Francia. Ma ora la canicola sta pure mettendo in ginocchio le centrali nucleari dei nostri vicini. Qualche giorno fa ben 4 dei 6 reattori della più grande centrale nucleare francese, quella di Gravelines situata sulla riva della Manica hanno dovuto essere spenti perché un’invasione di meduse ha intasato le condotte che aspirano l’acqua di mare necessaria al loro raffreddamento. Non sono meno fortunate le centrali nucleari francesi che prelevano la loro acqua di raffreddamento dai fiumi, diverse delle quali hanno dovuto fermare i loro reattori anche quest’estate a causa della siccità che imperversa in Francia. Il risultato: i costi dell’elettricità sul mercato Day Ahead sono schizzati alle stelle. Il 12 agosto il prezzo medio giornaliero dell’elettricità è stato di circa 100 Euro al megawattora e la sera, fra le 20 e le 21, ha toccato addirittura punte di 227 Euro al megawattora. Per fare un paragone i più moderni grossi impianti fotovoltaici sono in grado di produrre elettricità a meno di 40 Euro al MWh.

Che il ritorno al nucleare sia una cattiva idea lo ribadisce un recente studio

Val la pena ricordare che meno di 2 mesi fa l'Accademia svizzera delle scienze ha pubblicato uno studio sulle prospettive dell'energia nucleare in Svizzera, studio che ha messo in evidenza numerosi punti spesso ignorati nel dibattito politico: in particolare in fatto che la costruzione e la gestione di nuove centrali nucleari è tutt’altro che redditizia e che per mantenerle in funzione sarebbero quindi necessari importanti sussidi da parte dello stato. Gli autori dello studio ricordano inoltre il fatto che la produzione di elettricità tramite centrali nucleari è soggetta a impatti negativi dovuti al surriscaldamento del clima. Le crescenti ondate di calore e i sempre più lunghi periodi di siccità rendono infatti sempre più difficile garantire il raffreddamento dei reattori e quindi la loro sicurezza, senza contare il fatto che ogni interruzione genera costi supplementari molto elevati.

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