Grandi eventi a Locarno: a chi giovano davvero?

Luca Panizzolo, consigliere comunale Locarno
Negli ultimi anni Locarno è diventata teatro di numerosi grandi eventi. Concerti, manifestazioni culturali e spettacoli di richiamo animano la città soprattutto durante l’estate. Un fenomeno che, almeno in apparenza, dovrebbe portare vitalità, turismo e benefici economici per l’intera regione. Ma è davvero così?
Sempre più cittadini, ristoratori, commercianti e albergatori si pongono delle domande legittime: chi ci guadagna davvero da questi eventi? Qual è il reale ritorno economico per Locarno? E il Municipio, in tutto questo, che ruolo gioca?
Una città al servizio degli eventi
Chi osserva attentamente nota come, ogni volta che arriva un grande evento, la città sembri "inchinarsi" alle sue esigenze: strade chiuse, posteggi riservati, accessi limitati. E gli spazi pubblici – pagati da tutti – vengono concessi a condizioni di favore, spesso in deroga ai regolamenti comunali. Mentre piccoli esercenti e organizzatori locali si vedono imporre regole severe, chi ha il potere e le conoscenze giuste riceve tappeti rossi.
Un esempio concreto? In passato, alcuni ristoratori che non volevano sottostare alle condizioni imposte dagli organizzatori si sono ritrovati con barricate davanti alle loro terrazze, nonostante pagassero al Municipio fino a 40.000 franchi all’anno per l’occupazione del suolo pubblico.
Un monopolio camuffato da festa
Dietro la facciata dell’intrattenimento, esiste un vero e proprio sistema chiuso: per partecipare agli eventi bisogna versare una quota fissa più una percentuale sugli incassi. Gli imprenditori che decidono di aderire si assumono un rischio importante, anche perché basta un acquazzone per trasformare un investimento in una perdita.
In parallelo, molte attività non coinvolte direttamente vengono penalizzate. Durante i grandi eventi, chi vuole fermarsi in centro per un pranzo veloce o fare compere trova posteggi occupati, accessi bloccati, e spesso preferisce rinunciare.
Il mito dell’indotto
Sui giornali si legge spesso di un “grande indotto economico” portato da questi eventi. Ma chi lo misura? Su quali basi? Il Municipio non dispone di uno studio indipendente e dettagliato che quantifichi con esattezza i benefici per la città. Eppure si continuano a vendere numeri e slogan senza considerare la realtà delle attività economiche locali.
Chi lavora in città sa che non tutti ne traggono beneficio. Anzi, per molti esercenti, questi eventi rappresentano più una complicazione che un’opportunità. Eppure, il loro parere non viene quasi mai ascoltato.
Due pesi, due misure
Non si tratta di essere contrari agli eventi, anzi: Locarno ha bisogno di vita, di cultura e di iniziative attrattive. Ma serve equità. È inaccettabile che vi siano favoritismi evidenti per pochi, a scapito della collettività.
La città appartiene a tutti, non solo a chi riesce a ottenere il privilegio di “gestirla” per qualche giorno. Le regole devono essere chiare e uguali per tutti. E soprattutto, chi amministra il bene pubblico dovrebbe garantire trasparenza, ascolto e rispetto per chi lavora tutto l’anno per tenere viva Locarno – non solo durante i riflettori estivi.